Scatta l’Opa di Veneto Banca sulla Bim
Addio dei Segre, la finanza del Nordest espugna il salotto buono torinese

Vincenzo Consoli
TREVISO. Veneto Banca fa un altro grande passo verso la costruzione di un gruppo di rilievo nazionale. Ieri ha annunciato la fusione con la Bim, la Banca Intermobiliare torinese, partecipata tra l’altro dalla famiglia Segre, che però non aderirà all’operazione di fusione. Bim entrerà a fare parte del gruppo Veneto Banca mediante la fusione per incorporazione di Cofito (una finanziaria che fa capo a diverse storiche famiglie torinesi, di cui Veneto Banca detiene il 40 per cento del pacchetto azionario), che è azionista di maggioranza della Bim.
Veneto Banca lancerà una Opa obbligatoria sulle azioni Bim a 4,25 euro per azione (ieri l’annuncio è stato accolto in Borsa da un rialzo parallelo del titolo). Ma i vertici della banca veneta hanno comunicato di voler mantenere le azioni quotate in Borsa. «L’operazione ci permette in modo definitivo di consolidare la nostra fisionomia di gruppo bancario di rilievo nazionale: con questa acquisizione diverremo infatti la decima realtà bancaria per masse amministrate», dice Vicenzo Consoli, a.d. del gruppo (
nella foto
).
La Bim, che manterrà a Torino la sede e le attività di direzione, è stata una delle prime realtà a specializzarsi nel private banking. Nata nel 1997, nel 2009 già gestiva patrimoni per quasi 14 miliardi di euro. I soci fondatori (le famiglie Segre, Scanferlin, D’Aguì) che sono oggi azioniste della Cofito, voteranno all’ assemblea dei soci della stessa Cofito a favore del processo di fusione, mentre la famiglia Segre ha espresso l’intezione di non aderire al progetto e di voler esercitare il diritto di recesso.
Del resto l’operazione di ingresso e adesso di fusione con Veneto Banca era stata avviata da alcuni dei soci storici della banca da qualche tempo, dopo il raffreddamento dei rapporti tra gli stessi Segre, azionisti della Bim, e gli altri soci della banca. Dopo la vicenda dell’appoggio dei Segre all’immobiliarista Danilo Coppola, Pietro D’Aguì, amministratore delegato della Bim, aveva trovato in Veneto Banca, socio di maggioranza relativa della Cofito, una sponda interessata a subentrare ai Segre e aveva cominciato a tessere i fili di un’alleanza.
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