Scardasssi, 20 anni dopo Le voci dell’immigrazione

CASTELFRANCO. L'abbattimento dello Scardassi rivissuto in uno spettacolo teatrale. L'evento si terrà sabato alle 21.30 sul sagrato del duomo e rappresenta il coronamento di un percorso iniziato un...

CASTELFRANCO. L'abbattimento dello Scardassi rivissuto in uno spettacolo teatrale. L'evento si terrà sabato alle 21.30 sul sagrato del duomo e rappresenta il coronamento di un percorso iniziato un paio d'anni fa da un gruppo di castellani nel tentativo di raccontare i cambiamenti della città in rapporto al fenomeno dell'immigrazione. Vent’anni di storia partendo da una demolizione. La vecchia fabbrica situata in via Roma, a ridosso delle fosse del castello, ospitò nel dopoguerra lo stabilimento manufatturiero Scardassi.

In seguito lo stabile venne abbandonato e nel biennio 1990-1992 divenne la casa di 200 cittadini extracomunitari. Immigrati regolari, lavoratori, che non riuscivano però a trovare un alloggio e che occuparono l'edificio.

Una situazione drammatica che suscitò la solidarietà di gruppi ed associazioni di volontariato. La vicenda si concluse l'11 agosto 1992 con lo sgombero forzato degli occupanti, tra cui donne e bambini. Successivamente ci fu l'abbattimento. Lo spettacolo di sabato ripercorre attraverso letture, brani recitati e alcuni video la vicenda Scardassi. L'idea è nata un paio d'anni fa quando un gruppo di cittadini castellani decise di raccontare questa storia attraverso i propri ricordi e le testimonianze dirette degli immigrati occupanti al momento dello sgombero. Il progetto trovò concretezza l'anno scorso quando venne coinvolta nell'iniziativa Livia Villani, regista e attrice di origini umbre, che da tre anni vive in Veneto, fondatrice dell'associazione TQuadra Teatro. Il progetto si è concretizzato in alcuni brani scritti nei quali ciascuno dei castellani coinvolti nello spettacolo racconta come ha vissuto l'abbattimento dello Scardassi, i suoi ricordi, le sue impressioni. Lo spettacolo alterna letture a brani di recitazione, intervallati da raccordi musicali. A supporto le immagini e i video messi a disposizione da Giancarlo Baggio del circolo fotografico El Pavejon. «Sarà un racconto a più voci» spiegano i promotori, «riflettendo sui cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni nella nostra città ci è parso che la vicenda dell'occupazione e dello sgombero dello Scardassi potesse ben essere assunta a emblema di una fase storica, tra la fine degli anni '80 e i primi '90, vissuta un po' ovunque in Italia. Come cittadini e cittadine, tra cui alcuni protagonisti di quei fatti, abbiamo sentito il desiderio e anche il diritto di conservare memoria e di raccontarla, in una forma inconsueta, ai concittadini di oggi, specie ai più giovani, perché non sia dimenticata e perché possa gettare la sua luce sul presente». (d.q.)

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