Scalano i tetti per farsi i selfie, a Nervesa i residenti avvisano i genitori

Gruppo di minorenni a caccia di foto strappa-like da postare su Instagram Nel mirino condomini privati, la palestra della scuola e anche l’abbazia restaurata

NERVESA. A Nervesa tra gli adolescenti si sta diffondendo la pericolosa moda di arrampicarsi ad altezze vertiginose sopra edifici pubblici e privati solo per farsi dei selfie al solo scopo di ottenere dei “like” su Instagram.

La denuncia. A lanciare l’allarme è una persona che vive in centro e racconta l’ultimo episodio. «Sabato sera un gruppo di undici diciassettenni nervesani si sono intrufolati nel condominio dove vivo.

Il fatto seppur grave, non avrebbe avuto conseguenze, se avessero approfittato per fare una bella foto al panorama e basta, ma hanno pensato di superare il muro di cinta della torre che è alto un metro e mezzo e mettersi nello sporto per farsi un selfie a venticinque metri dal suolo. Il problema per me è questa logica del like che innesca situazioni sempre più pericolose allo scopo di ottenere foto sempre più attrattive: oggi è una torre, domani può essere sfidare la morte stando sui binari mentre passano i treni».

La situazione a Nervesa infatti è grave e quello che è avvenuto sabato sera nel palazzo del centro (non diamo altri riferimenti e nomi per prevenire atti emulativi ndr) non è un caso isolato. «Una collaboratrice delle scuole medie ha avvistato dei giovani sul tetto dell’ingresso della palestra mentre una persona che lavora in Abbazia ha riferito di dover fare attenzione ai ragazzini che si arrampicano sulla torretta di nuova edificazione».

Questi inoltre non sarebbero solo casi isolati. Il residente infatti ha contattato i ragazzi che sono entrati nel suo palazzo e le loro famiglie e parlando con loro è venuto a conoscenza di un fenomeno diffusissimo in paese: altre comitive di “selfisti” si erano già introdotte nel suo condominio la cui porta d’ingresso non è chiusa a chiave per venire incontro alle esigenze di un’inquilina disabile.

Like pericolosi

Tra i fan dei patiti di questi selfie pericolosi, che non vengono da realtà degradate, ci sono molti ragazzi delle medie: tredicenni che mettono il “mi piace” su Instagram e vedono spesso questi adolescenti un po’ più grandi come dei miti, per cui c’è chi paventa il rischio di emulazione da parte di chi è poco più che un bambino. «Vorrei che si creasse consapevolezza a livello di comunità su questo tema. Noi del condominio abbiamo scelto di non denunciare, ma di avvertire comunque i genitori, i quali si sono dimostrati consapevoli del rischio e collaborativi, ma comunque all’oscuro di certe dinamiche tanto che perfino una mamma aveva messo un “like” a una di queste foto. È stata avvisata anche la dirigente scolastica che si è detta favorevole a lavorare sul tema». —




 

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