Sauro Tavella: «Né con la Lega né col Pd»
Il Terzo Polo esclude alleanze al ballottaggio. E promette una casa alle associazioni

Il candidato sindaco con la moglie Loretta
VILLORBA.
Sedici anni fa di questi tempi si apprestava a diventare sindaco. Ora Sauro Tavella ci riprova, anche se il panorama politico nel frattempo è molto cambiato. 51 anni, professore di religione al liceo Canova si presenta sostenuto dal Terzo Polo, composto da Udc, Fli e Api. «Riqualificare Villorba» una delle priorità, e nessun apparentamento anti Lega in caso di ballottaggio.
Dall'ipotesi di Terzo Polo con Pdl e La Nostra Villorba, a Terzo Polo con Api e Fli. Non è proprio la stessa cosa...
«Il Terzo Polo però è questo anche a livello nazionale e provinciale. Si era cercato di realizzare un alleanza più ampia a Villorba, che comprendesse anche la civica, Danillo Benetton, e il Pdl. Ma noi siamo centristi, Breda si è spostato sensibilmente a sinistra e il Pdl ha rotto l'accordo con il Carroccio troppo tardi».
E con Danillo Benetton cos'è successo?
«Ho percepito una sua forte allergia nei confronti dei partiti, anche se abbiamo visto che poi ha messo in lista Panto e vediamo cosa sta succedendo. Avremmo anche sostenuto la sua candidatura, ma ha una visione piccola della politica. I partiti sono necessari e garantiscono la continuità che le civiche non possono garantire».
Com'è cambiata Villorba rispetto a quando lei era sindaco?
«E' diventata più bella, vivibile, ma ultimamente è stata incrinata prima dalla crisi e poi dalla scomparsa di Liviana Scattolon e dall'incapacità dell'ultima giunta. Nei prossimi anni non si dovrà crescere, ma si dovrà trasformare, per migliorare la qualità. A partire dalla zona industriale».
Ipotesi ballottaggio: se ci arrivano Marco Serena e Ivano Breda, lei per chi vota?
«Sarebbe inutile andare a votare, Villorba è un Comune moderato, non si sposterà a sinistra e la civica ha una componente Pd troppo ampia».
Voi siete disponibili ad apparentamenti?
«Assolutamente no. Darò il «liberi tutti», non oso pensare che i cittadini non siano i grado di scegliere cosa è meglio per loro».
La prima azione concreta che farebbe da sindaco?
«Una festa con le associazioni del territorio, dalla cultura, allo sport al volontariato e quelle parrocchiali. Sono la lunga mano del Comune, sarebbe una forma di riconoscenza».
C'è qualcosa che non ha potuto fare quando è stato sindaco e che ora rifarebbe?
«Creerei gli spazi per le associazioni. Il municipio potrebbe essere trasferito, e all'interno si creerebbe un centro per loro. Così come la piazza di fronte. Avevo un progetto di Follina per la sua riqualificazione, va ripreso».
L'opera pubblica più importante da realizzare?
«Fontane ha bisogno di essere sistemata. Va ripreso il progetto che aveva vinto il concorso di idee per la riqualificazione della piazza. E poi va riconvertita la zona industriale. Potrebbe ospitare un polo fieristico e uno culturale. In questo caso ovviamente servirebbero gli aiuti dei privati e delle fondazioni».
Una definizione per ogni candidato?
«Serena «per la Lega questo e altro», Benetton «tentar non nuoce», Mottola «coerente», Di Donato «sacrificato», Breda «idea sbagliata al momento sbagliato»».
Se dovesse strappare un assessore all'ultima giunta per metterlo in squadra, chi prenderebbe?
«Difficile dall'ultima. Allargando agli ultimi 4 anni direi Rossella Mognato».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso
Leggi anche
Video