Santa Lucia di Piave, si è spento a 102 anni il maestro Italo Cuzziol, nipote del Beato Fra’ Claudio

Deportato in guerra, era stato l’insegnante elementare del sindaco Riccardo Szumski. Il forte legame con lo zio Beato  

Alessandro Viezzer
Italo Cuzziol a Chiampo, davanti alla tomba del Beato Fra' Claudio
Italo Cuzziol a Chiampo, davanti alla tomba del Beato Fra' Claudio

SANTA LUCIA DI PIAVE. Si è spento serenamente giovedì sera il maestro Italo Cuzziol, all’età di 102 anni. Era ospite al centro servizi per anziani “Divina Provvidenza” di Santa Lucia, dove si trovava dal 2009. Italo era una vera istituzione a Santa Lucia di Piave. Nato il 25 gennaio 1920, la mamma era Lodia Granzotto, sorella del futuro Beato Fra’ Claudio Granzotto.

Fu arruolato nella Seconda guerra mondiale nel corpo della fanteria e mandato a combattere nei Balcani, nel ruolo di radiotelegrafista, portaordini e portalettere. Operò nell’ex Jugoslavia, in Albania e Grecia e si salvò per miracolo dalla strage di Cefalonia, perché un superiore lo trattenne nella penisola della Grecia per svolgere altre mansioni. Cuzziol fu preso successivamente e deportato tra la Polonia e la Boemia in un campo di prigionia.

Dopo esser stato liberato, prima di rientrare in Italia, si sposò con Elfrida Zitek, giovane cecoslovacca che portò con sé in Italia. Per oltre trent’anni lavorò come stimato maestro nelle scuole elementari di Lutrano, Bavaria di Nervesa, Mareno e Santa Lucia, insegnando a generazioni di alunni. Tra questi anche l’attuale sindaco Riccardo Szumski. La moglie è morta nel 2012, mentre lui continuò a vivere in casa di riposo, dove si è distinto per il suo temperamento forte e inossidabile, nel 2021 si sottopose anche al vaccino contro il coronavirus.

Era molto affezionato allo zio fra’ Claudio, che lo ritrasse ancora bambino in un busto bronzeo, conservato in casa di riposo a Santa Lucia. Italo lascia i nipoti Ado con Marinella, Claudia con Ugo e i parenti tutti. Il funerale sarà officiato nella chiesa di Santa Lucia lunedì alle 15. Rosario domani sera, domenica, alle ore 19,30. La famiglia non chiede fiori, ma “opere di bene”. 

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