Sanagens, offerta da 2,7 milioni per rilevare il marchio trevigiano

È stata presentata da un’azienda di calzature dopo il fallimento della società di Sant’Antonino Gli eventuali concorrenti interessati avranno tempo fino al 9 aprile per rilanciare
Di Serena Gasparoni
DeMarchi Castelfranco centro commerciale Ai Giardini Del Sole sciopero commesse contro le aperture domenicali Luisa Buranel FILCAMS
DeMarchi Castelfranco centro commerciale Ai Giardini Del Sole sciopero commesse contro le aperture domenicali Luisa Buranel FILCAMS

TREVISO. C’è un’offerta per rilevare il marchio Sanagens. Dopo il fallimento dell’azienda con sede a Sant’Antonino, dichiarato lo scorso gennaio, il marchio delle calzature ortopediche per eccellenza era finito all’asta. E sarebbe proprio un’azienda di Treviso ad essersi fatta avanti per rilevarlo: si tratta di un’azienda di calzature che ha presentato un’offerta di 2,726 milioni di euro partendo da una base d’asta di 1,6 milioni di euro. Eventuali concorrenti avranno tempo fino al prossimo 9 aprile per aumentare l’offerta. Quasi tre milioni di euro per rilevare un marchio un tempo leader nel mercato che, negli anni d'oro, aveva portato anche a fatturati fino a 40 milioni di euro. «Si tratta di un’offerta per rilevare il marchio, il magazzino e tutti i mobili all’interno della sede di Sant’Antonino», spiega Luisa Buranel, Filcams Cgil Treviso, «non riguarda l’immobile che tornerà alla società di leasing».

Fino a quattro anni fa l’azienda non dava segni di fragilità e fatturava più di 40 milioni l’anno: nata a Treviso nel 1950 sotto l’impero Valleverde (sciolto per diventare Spes spa in liquidazione), per il quale la Procura aveva chiesto il fallimento nel maggio 2013, attraverso un contratto di trasferimento d’azienda Sanagens era passata in mano a una holding di imprenditori bresciani. A mettere in ginocchio l’azienda di Sant’Antonino era stato il crollo verticale del fatturato: il bilancio 2013 si era chiuso con un passivo pesantissimo, di milioni di euro in doppia cifra. «Dopo la fusione dei tre marchi Sanagens, Valleverde e Fly Flot, facenti capo alla stessa proprietà, l’incapacità degli amministratori aziendali ha svuotato l’azienda portandola dritta nel baratro. La mancanza di liquidità non permetteva, nell’ultimo periodo, neppure di rifornirsi», continua Buranel, «con la crisi il ricorso agli ammortizzatori è stato obbligatorio». Peccato che lo scorso 26 novembre era scaduta la cassa integrazione straordinaria che coinvolgeva inizialmente 51 dipendenti. Nel corso dell’anno una ventina di lavoratori erano fuoriusciti dall’azienda in liquidazione ormai dallo scorso febbraio. Per quelli rimasti, il sindacato (Cgil Filcams) aveva avanzato richiesta di accesso alla cassa in deroga che non è stata accolta però dalla Regione Veneto. È stata aperta la procedura di mobilità per riduzione del personale e inviate le lettere di licenziamento.

Per una ventina di dipendenti poi era stato siglato un contratto a tempo determinato di quattro mesi legato alla società in liquidazione. Con il fallimento il marchio era finito all'asta: ora questa sostanziosa offerta permette di sperare che quello che un tempo veniva ragionevolmente considerato un impero possa riprendere quota. Ci vorrà ancora qualche giorno, poi in assenza di controproposte, l’assegnazione sarà definitiva. «A chi va la preferenza del sindacato? A chi riassumerà più persone tra quelle uscite in questi mesi dall'azienda», continua Buranel. Intanto è prevista per il prossimo 4 maggio la prima udienza legata al fallimento di Sanages: tutti gli ex lavoratori hanno presentato istanza per insinuarsi nel passivo per cercare di recuperare il più possibile della manciata di retribuzioni che non sono mai state saldate loro.

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