San Polo di PIave. Al ristorante con il sorriso dei ragazzi Down

La coop onlus Vita apre il nuovo ristorante “Casa Vittoria” a San Polo di Piave. Un progetto lungo sette anni

SAN POLO DI PIAVE. Verrà inaugurato il 7 ottobre il nuovo ristorante Casa Vittoria, gestito dalla cooperativa sociale onlus Vita Down. Il ristorante è una sorta di “fase due” del progetto portato avanti dal 2010 dalla cooperativa: sette anni fa alcuni ragazzi che affetti da sindrome di Down iniziarono a lavorare in una country house in via Casoni a San Polo di Piave.

La struttura aveva a disposizione sei camere letto e una sala da pranzo da circa 30 coperti. L’esperienza partì nel 2012 e continuò fino al 2015, quando la Regione decise di non consentire più l’apertura delle country house nel territorio regionale. La coop allora dovette rivedere i propri piani: dopo due anni in cui sono state apportate alcune migliorie alla struttura ed è stata sbrigata tutta la burocrazia necessaria, i risultati iniziano ad essere molto concreti.

Il ristorante aprirà ufficialmente i battenti fra tre settimane, quando arriveranno a San Polo anche il governatore Luca Zaia e il direttore dell’Ulss 2 Francesco Benazzi. Il presidente della coop, Romolo Romano, potrà assistere alla ripartenza del progetto su cui lui e la sua squadra stanno lavorando da ormai sette anni: «La casa avrà a disposizione sei camere da letto, una sala conferenze e un ristorante che servirà 30 coperti», spiega.

L’obiettivo della struttura non sarà il guadagno economico, visto che la cooperativa sociale è una onlus: «Lavoreremo a stretto contatto con il servizio inserimento lavorativo dell’Ulss 2 per fare in modo che i nostri ragazzi possano avere uno sbocco sul mercato del lavoro, lo stesso obiettivo che ci aveva mossi sette anni fa», spiega Romano, che ricorda anche come la coop dovrà restituire l’investimento da 2,5 milioni di euro che la Regione aveva coperto per far partire il progetto. Le tranche saranno da 100 mila euro l’anno, una cifra molto importante.

Il ristorante darà lavoro ad una quindicina di persone: due-tre saranno ragazzi Down, gli altri saranno scelti fra persone normodotate che vivano situazioni particolarmente delicate. Il compito dei normodotati sarà quello di guidare i ragazzi nella vita del ristorante, che andrà avanti sotto la guida dell’esperto direttore Andrea Serra. La coop è come se fosse al primo giorno di scuola: l’attesa dei volontari è enorme, proporzionale all’impegno che hanno profuso nel progetto: «Abbiamo lottato per sette lunghi anni per raggiungere questo risultato», ricorda con un po’ di orgoglio Romolo Romano.

 

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