San Pietro di Feletto, Alessio, morto di meningite: «Aveva l’otite, poi tutto è precipitato»

Sconvolti i genitori di Alessio Dal Col, unico figlio di Monia e Stefano.  Aveva da poco compiuto 18 anni, il 3 dicembre. Nel loro appartamento stanno ripensando ai tanti momenti felici vissuti con Alessio, increduli per la tragedia. Non possono accettare un destino così crudele. Il ragazzo non aveva mai sofferto di patologie

SAN PIETRO DI FELETTO. «Aveva l'otite, poi le sue condizioni sono precipitate, siamo sconvolti». Mamma Monia e papà Stefano Dal Col sono distrutti per la perdita del loro figlio unico Alessio. Aveva da poco compiuto 18 anni, il 3 dicembre. Nel loro appartamento stanno ripensando ai tanti momenti felici vissuti con Alessio, increduli per la tragedia. Non possono accettare un destino così crudele. Il ragazzo non aveva mai sofferto di patologie. Quando una settimana fa il loro figlio era stato portato al pronto soccorso, non sembra così grave, poi è arrivata la terribile diagnosi della meningite. Tanti amici, sia del diciottenne che della sua famiglia, hanno pregato nei giorni scorsi perché si potesse riprendere. Diversi giovani erano andati a trovarlo in ospedale per fargli forza e stargli vicino.

Martedì sera però si sono spente le speranze. Parenti e amici gli daranno l'ultimo commosso addio, alle 15 nella chiesa parrocchiale di Bagnolo. 

«Un angelo è volato in cielo» con queste parole l'hanno ricordato i genitori, nonni, zii e cugini. Alessio aveva iniziato gli studi al Cerletti, poi aveva deciso di aiutare lo zio Luigi Cuzzolin Scottà a Formeniga, nell'attività di lavoro dei campi e allevamento. Il diciottenne molto legato al suo nucleo familiare. Con papà Stefano e mamma Monia abitavano in un condominio in via Cervano, in centro a Bagnolo. Ogni giorno Alessio andava a prendere il pane, frequentava il bar del paese e come tutti i suoi coetanei amava uscire. Lo conoscevano anche a Formeniga e nel Vittoriese. Aveva la passione per il calcio, era tifoso dell'Inter e ogni anno partecipava al torneo di calcio saponato negli impianti sportivi di Bagnolo. Era stato soprannominato dai compagni di squadra «Totti», perchè nel torneo di due anni fa il suo team aveva la maglia della nazionale e lui aveva scelto il numero 10. Simpatico, sempre con il sorriso, estroverso, così lo descrive chi l'ha conosciuto.

«Dire che eri un amico è solo una diminuzione del legame che c'era tra noi due - lo ricorda uno dei migliori amici e compagni di classe -. Ne abbiamo passate tante insieme a scuola tra giornate storte e risate, brutti voti e sospensioni, litigi e scherzi, ma ogni giorno, quando ti vedevo entrare dalla porta sapevo che sarebbe stata una giornata meno pesante, perchè in un modo o nell'altro mi avresti strappato una risata come solo tu sapevi fare, con la tua simpatia, la tua allegria e il tuo modo di fare». L'intero paese è vicino alla famiglia Dal Col, i nonni paterni Franco e Luciana abitano sempre in centro a Bagnolo. La famiglia Dal Col era già stata colpita da una tragedia, nel 2002 ed è stato come rivivere un incubo. La zia di Alessio, Romina Dal Col, era rimasta vittima di un investimento in via Cervano. Morì dopo tre giorni d'agonia, aveva 31 anni. Ieri il parroco don Pierluigi Cesca ha portato un messaggio di conforto e vicinanza ai genitori e alla famiglia Dal Col.

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