«Salute mentale dimenticata nel Trevigiano, emergenze senza copertura»

Denuncia dell’associazione Aitsam: «Poco personale e risposte inadeguate» Beltramello (Pd): «È inaccettabile che gli interventi partano da Montebelluna»
L’ospedale San Giacomo ospita anche il Centro Salute Mentale
L’ospedale San Giacomo ospita anche il Centro Salute Mentale

CASTELFRANCO. Carenza di personale e risposte inadeguate in caso di emergenza psichiatrica: sulla scia dell’ultima analisi del Coordinamento per la salute mentale del Veneto (SaMeVe), Aitsam - Associazione italiana tutela salute mentale - riporta l'attenzione sul servizio del Centro Salute Mentale castellano. In particolare è Luana Calabrese, presidente del distretto Aitsam di Asolo a sottolineare il disagio che la carenza di servizi comporta per il paziente psichiatrico e per la rispettiva famiglia.

«Chi convive con queste problematiche sa che le emergenze arrivano puntualmente il venerdì sera o quando ormai il telefono del Csm suona a vuoto. Tenendo conto delle gravi ricadute della pandemia sulla salute mentale, è più che mai necessario estendere almeno alle 12 ore il servizio del Csm», sostiene Calabrese, che risolleva l’annosa questione della mancanza di personale.

«L’inadeguatezza della risposta d’urgenza ci fa tornare lì, nonostante la battaglia di anni per convincere l’Ulss che, se non ci sono psichiatri, basterebbe allora assumere psicologi, infermieri, educatori, tecnici della riabilitazione», prosegue. «L’urgenza psichiatrica ha le sue peculiarità, richiede molta competenza e umanità. Quando una persona va in “scompenso”, spesso non può nemmeno recarsi al Pronto soccorso o dalla guardia medica». Va precisato che lo “scompenso” può manifestarsi come un attacco d’ansia psicotica, una crisi allucinatoria, un delirio, ma anche uno stato di alterazione che può sfociare in autolesionismo, violenza rivolta al prossimo o suicidio.

Sui servizi del Csm castellano e sulla necessità di una risposta a domicilio in caso di urgenza insiste anche il consigliere comunale Claudio Beltramello autore tra le file del gruppo Democratici per Castelfranco di una recente mozione relativa ai "servizi disponibili per i cittadini di Castelfranco inerenti la salute mentale" e rimasta ad oggi “lettera morta”, in cui si portano alla luce i problemi sollevati dalla stessa Aitsam che in passato ha denunciato, fra l'altro, l'annullamento di visite di controllo al Centro Salute Mentale del San Giacomo, senza un’adeguata spiegazione o riprogrammazione".

"Nella mozione si richiede l'impegno del sindaco e della giunta «ad assumere presso l’azienda Ulss precise informazioni sull’effettiva dotazione di personale, per le varie figure professionali, dei servizi relativi all’area della psichiatria adulti e di quelli relativi all’area della neuropsichiatria infantile, con attenzione sia all’età evolutiva che all’età adolescenziale, con particolare riguardo ai servizi presenti a Castelfranco».

In merito alle emergenze, afferma Beltramello che «si tratta di casi molto delicati che dovremmo essere in grado di raggiungere in loco. È impensabile che un medico di turno a Montebelluna - il più vicino reparto psichiatrico (Spdc) - lasci sguarnito un intero reparto per raggiungere un malato a Castelfranco. Ora le famiglie si stanno arrangiando nei modi più disparati. È un paradosso avere le risorse per i robot a Portogruaro (il robot chirurgico da Vinci) ma non trovarne per psicologi e infermieri».

Stando ai dati recentemente forniti dal SaMeVe - che riunisce 20 sigle fra associazioni e società scientifiche, associazioni di utenti e familiari - il caso di Castelfranco si inserisce in un quadro più ampio di impoverimento progressivo delle risorse per la salute mentale che riguarda l’intera regione la cui spesa è la più bassa per servizi alla salute mentale in Italia dopo la Basilicata. —



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