S. Maria del Rovere, l’asilo dove gli stranieri sono più della metà

Succede alla scuola dell’infanzia di Santa Maria del Rovere. Quattro su dieci alla “Primo maggio”
In un'immagine d'archivio alcuni bambini figli di immigrati, nel loro primo giorno di scuola presso la scuola Carlo Pisacane a Roma, uno degli istituti con il novanta per cento di presenze di bimbi di origine straniera. ANSA-MASSIMO PERCOSSI -DBA
In un'immagine d'archivio alcuni bambini figli di immigrati, nel loro primo giorno di scuola presso la scuola Carlo Pisacane a Roma, uno degli istituti con il novanta per cento di presenze di bimbi di origine straniera. ANSA-MASSIMO PERCOSSI -DBA

Meno alunni stranieri in classe nelle scuole trevigiane, ma là dove c’è l’eccezione alla regola, la percentuale di alunni di nazionalità non italiana - anche se molti dei bambini di famiglie di immigrati in Italia ci sono nati - lievita.

Una fotografia a macchia di leopardo quella che si presenta mettendo a fuoco la distribuzione degli studenti stranieri nelle scuole in città. Con percentuali in salita che in alcuni quartieri svettano. A cominciare dalla scuola dell’infanzia di via Beazzano, a Santa Maria del Rovere, con oltre il 50% di bambini di nazionalità non italiana in classe. Segue la primaria “Primo Maggio” con il 40%. E non ultima la scuola primaria “Tommaseo” a San Lazzaro, dove nell’anno scolastico appena iniziato la percentuale di alunni stranieri ha toccato quota 48%. Scende più della metà invece la percentuale nella pur vicina scuola elementare “Don Milani”, con il 21,52% di studenti stranieri. Un “saliscendi” nell’incidenza della presenza di stranieri in classe che nelle scuole in città è pronta a portare allo scoperto i cambiamenti sociali in corso nei quartieri. Mostrando le zone dove la concentrazione di famiglie immigrate è maggiore: “La minore o maggiore presenza di stranieri nelle scuole dipende da zona a zona e dalla composizione dei quartieri – spiega il preside dell’istituto Felissent di cui fanno parte anche le primarie Tommaseo e don Milani – Negli ultimi tre anni l’incremento degli alunni stranieri in classe nelle scuole dell’area di San Lazzaro e San Zeno non compensa con il calo complessivo, in senso assoluto, di studenti stranieri in tutto l’istituto comprensivo.”. Nell’anno scolastico 2012-13 nelle nove scuole dell’istituto Felissent (una materna, sei primarie e due scuole medie) rispondevano all’appello 268 alunni stranieri. Quest’anno sono diventati 221. Con la percentuale scesa dal 20,40% al 16,44%. Aumentano invece in termini assoluti gli studenti in classe: erano 1.284 gli iscritti nelle scuole dell’istituto comprensivo tre anni fa. Sono 1.341 nell’anno scolastico appena iniziato. In calo pure la percentuale degli alunni stranieri nella scuola dell’infanzia del quartiere di San Zeno, la materna “Cervellin”, passata dal 34,5% dell’anno scolastico 2104-15 al 27% di quest’anno. Mentre un’altra scuola primaria dello stesso istituto comprensivo, l’elementare “Carrer”, di alunni stranieri ne conta appena il 5%. Il lavoro di integrazione da parte della scuola continua ovunque a passo spedito. Ma di strada da fare ne resta ancora: “A partire dalla scuola materna cerchiamo di coinvolgere il più possibile le famiglie di immigrati che vivono ormai da tempo qui in tutte le attività - dice il preside – Certo in una città come Treviso qualche famiglia italiana che sceglie di iscrivere i figli in altri plessi o istituti comprensivi per via dell’alta incidenza di stranieri c’è. Ma non lo vengono certo a dire alla scuola. In città inoltre le scuole e gli istituti comprensivi sono tanti e per questo è più difficile governare i flussi. I motivi per trasferire i figli da una scuola ad un'altra sono poi spesso legati al cambio di residenza o di lavoro dei genitori”. Intanto per gli alunni stranieri appena arrivati, a digiuno d’Italiano, la scuola continua a mettere in campo risorse sul fronte dell’alfabetizzazione. Anche se ormai i fondi in arrivo dal Ministero si fanno sempre più risicati: “Ormai finanziano poche ore, un pacchetto di 66 ore per tutto l’istituto in un anno scolastico – mette in chiaro il dirigente scolastico Dalle Carbonare – Con maestre della scuola che lavorano in aggiunta durante le ore buche o i pomeriggi per questo progetto di inclusione».

Argomenti:immigrazione

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso