Rubata la barca dell’assessore Paolo Camolei

TREVISO. Se volete chiamateli pirati, perché sono arrivati via mare, di notte, badando bene di evitare la sorveglianza delle coste dell’Elba e intrufolandosi in silenzio tra gli ormeggi di uno dei porticcioli più ambiti dell’isola toscana: porto Azzurro. Sapevano cosa cercare, e quando l’hanno trovato sono stati abili, silenziosi e rapidissimi fuggendo a largo con un gommone semi-cabinato da dieci metri di lunghezza. Quello dell’assessore Paolo Camolei.
Il colpo è avvenuto pochi giorni fa, subito dopo il rientro dalle ferie di Camolei che aveva attraccato regolarmente la sua barca prima di rientrare in città. A rendersi conto che qualcosa non andava sono stati i responsabili della darsena che al mattino hanno visto il posto barca dell’assessore vuoto. Dalle verifiche sul registro non risultavano ingressi così è scattata la chiamata a Treviso: «Scusi, ma qualche suo familiare o amico è uscito in barca?». Camolei, spiazzato, ha negato. Dall’altro capo del telefono un silenzio che definire imbarazzante è poco.
Ai responsabili della struttura non è rimasto altro da fare che ammettere il furto e iniziare a verificare i filmati dell’impianto di video sorveglianza che guarda i moletti di Porto Azzurro alla ricerca di tracce del blitz. L’assessore, impallidito, non ha potuto far altro che contattare la Capitaneria di porto per inoltrare denuncia sperando nei controlli sulla costa italiana ma immaginando che forse il suo gommone da dieci metri poteva già essere volato all’estero. Già, perché i pirati sono fuggiti via con una barca semicabinata con due motori da 300 cavalli, una imbarcazione da record di velocità, modello raro, capace di percorrere decine e decine di miglia nautiche nell’arco di un’ora seminando perfino vedette meno motorizzate. Un piccolo (ma nemmeno tanto) bolide che con mare calmo vola planando sulle acque. Basta avere benzina. In alternativa un porto sicuro dove arrivare e far sparire il bottino, magari togliendolo già dall’acqua.
«Dire che ci sono rimasto male è poco», ammette Camolei, «ma per fortuna ero assicurato. Chi è stato? E chi lo sa, di certo però si è trattato di un furto su commissione, o di un furto studiato attentamente scegliendo con cura la barca». L’ipotesi avanzata dalla Capitaneria è che una barca simile possa aver attirato l’attenzione di qualche trafficante, interessato ad avere a disposizione un mezzo veloce e agile per collegamenti con la terraferma, o con imbarcazioni a largo.
Di certo, per Camolei, oltre ai bagni nelle calette e allo splendore dell’isola toscana, quest’anno c’è stata una grande storia da raccontare agli amici. Uno di quegli aneddoti difficili da dimenticare, visto anche il valore dell’imbarcazione. E infatti, negli ultimi giorni dal suo ritorno, la notizia del furto ha iniziato a fare il giro della piazza. In fin dei conti Camolei è assessore al commercio. E tra le botteghe le notizie circolano velocissime. Se poi si tratta del gossip di fine estate, ancor di più.
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