Rossini porta Velo in tribunale Patto da 800 mila euro, un giallo

L’ex amministratore ed “ex” della titolare chiede al giudice lo stop all’accordo che lo impegna a pagare la maxi somma alla società per presunti ammanchi. Lui: «Fui costretto a firmare»
Di Sabrina Tomè

In attesa dell’udienza preliminare del 15 aprile che li vede entrambi sotto accusa per una frode fiscale milionaria, gli imprenditori ed ex fidanzati Loretta Velo, 39 anni e Marco Rossini di 40, si sono affrontati l’altra mattina davanti al giudice civile. Lei è l’ex ad della Velo spa, lui è stato il manager della società prima di fondarne una tutta sua, la Cmr Industry. A promuovere l’azione giudiziaria è stato Rossini. Obiettivo: ottenere, di fatto, la cancellazione di un accordo del novembre 2011 in base al quale l’uomo si impegnava a versare alla società di Altivole la somma di 800 mila euro a seguito di ammanchi verificatisi in azienda. Rossini ha chiesto al giudice la sospensione del titolo esecutivo della Velo sostenendo che quell’accordo gli era stato imposto e che avrebbe accettato di sottoscriverlo perché sotto minaccia. Il tribunale, presieduto dal giudice Valeria Castagna, si è riservato la decisione che ariverà a metà della prossima settimana. Certo è che lo scontro in aula Velo-Rossini aggiunge un nuovo capitolo nella saga imprenditoriale e giudiziaria iniziata lo scorso anno con l’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Bassano. Un’indagine che ha portato alla luce cun giro di fatture false per 4 milioni, realizzata attraverso triangolazioni con cartiere estere e che ha sottratto al Fisco 845 mila euro. Al centro della contestata frode, dunque, nomi di spicco dell’imprenditoria trevigiana e veneta: da una parte la storica Velo, società specializzata nella produzione di contenitori in vino, con la sua giovane ad e dall’altra il rampante Rossini. Il giovane, laureato alla Bocconi, era stato assunto in Aprilia e poi come impiegato alla Velo conquistando in breve tempo il ruolo di amministratore delegato della stessa. Il lavoro si era intrecciato con gli affetti e Rossini era diventato il compagno di Loretta Velo. La relazione era poi finita, lui se ne era andato dall’azienda fondando la sua Cmr a Villorba e diventando nel frattempo consigliere di Unindustria. Una separazione all’apparenza tranquilla, in realtà tutt’altro che tale. A ridosso del matrimonio con la nuova compagna - ha raccontato il manager alla Finanza - la Velo spa gli contestò ammanchi di denaro (secondo la società dovuti a un’improvvida gestione aziendale) e chiese la restituzione di 1,5 milioni. Lui accettò, a suo dire per preservare la tranquillità familiare (c’era un figlio in arrivo) e per le pesanti pressioni che avrebbe ricevuto. Rossini si impegnò a trarre sul conto della Cmr una serie di assegni dati in garanzia: di fronte all’impossibilità di onorare quei titoli come azienda, si impegnò come persona fisica. Nel novembre 2011 ci fu una transazione e la somma venne ridotta a 800 mila euro. Ora Rossini ha chiesto al giudice di poter sospendere i pagamenti, spiegando di aver dovuto accettare l’accordo sotto minaccia. Ricostruzione contestata dalla Velo, rappresentata dall’avvocato Francesco Murgia.

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