Colpito con un pugno alla sagra, muore dopo dodici giorni di coma
Mario De Marchi, 39 anni di Caerano, è stato aggredito a Fontigo: ha sbattuto la tempia sul tavolo. Quando è arrivato in ospedale era cosciente, le condizioni precipitate dopo il ricovero. È deceduto il giorno dopo il compleanno

Colpito con un pugno al volto per un banale litigio alla sagra. Dopo 12 giorni di coma Mario De Marchi, 39enne di Caerano è morto. Il suo aggressore, il cabarettista Fabrizio De Poi, 62 anni di Pederobba, è indagato per omicidio preterintenzionale.
La serata alla sagra
Valerio Torresan ha ancora davanti agli occhi la tragica scena di quella sera alla sagra a Fontigo: era con il cugino Mario De Marchi, e lo zio Claudio, il papà del 39enne. «Eravamo come fratelli» dice commosso Valerio Torresan, «io ho compiuto 39 anni a maggio e Mario proprio mercoledì: eravamo sempre insieme».
Quella sera erano andati alla sagra di Fontigo per ascoltare il concerto dei Segnali Codici, tribute band dei Nomadi. «Avevamo prenotato un tavolo con altri amici, avevamo ordinato, ci eravamo accomodati tutti sulla stessa panca, stavamo aspettando» ricorda. «Ad un certo punto si è avvicinato questa tizio che andava avanti e indietro e ci ha chiesto se avevamo visto un giubbino che aveva appoggiato lì. Noi abbiamo risposto di no e si è allontanato. Dopo mezzora, alle 21.30, sono arrivati i nostri piatti, lui è tornato li ha presi e li ha spostati più in là. Io mi sono alzato, gli ho chiesto perché ci aveva preso i piatti e mi ha preso per il giubbino e mi ha buttato a terra. A quel punto si è alzato di colpo Mario, chiedendogli perché mi avesse buttato a terra».
L’aggressione
«Per tutta risposta gli ha dato un pugno e prendendolo di fianco lo scaraventato a terra. Cadendo mio cugino ha battuto con la testa sullo spigolo del tavolo e della panca. Appena mi sono alzato ho visto che Mario era a terra e perdeva sangue. È intervenuto anche mio zio Claudio, gli ha chiesto se si rendeva conto di cosa aveva fatto e che avrebbe chiamato i carabinieri. «Fai pure, non ho paura dei carabinieri», gli ha detto».
I soccorsi
I primi ad intervenire con la cassetta del primo soccorso sono stati gli addetti della Pro loco e un vigile del fuoco fuori servizio. Lo hanno disinfettato, messo del ghiaccio ed una benda. De Marchi era cosciente.
«Non ha perso i sensi», prosegue Torresan, «l’aggressore si è scusato, dicendo che non voleva fargli male e non lo aveva fatto apposta. Al ché Mario gli ha risposto che non voleva le sue scuse e che il giorno dopo sarebbe andato a denunciarlo». In quel momento nessuno aveva compreso la gravità della situazione, anche perché le condizioni di De Marchi non sembravano preoccupanti. Era seduto su una panchina, dove attendeva l’arrivo dell’ambulanza partita dall’ospedale di Conegliano: Altre persone si erano avvicinate per capire cos’era accaduto, e per quello familiari e addetti hanno deciso di portarlo in una stanza, perché potesse stare tranquillo.
De Marchi resta cosciente
«Nello spogliatoi Mario è andato camminando» ricorda ancora Valerio Torresan. «Ha chiesto uno specchio per vedere cosa si era fatto, poi l’abbiamo disteso su un lettino in attesa dell’ambulanza. Arrivati, i sanitari l’hanno medicato e portato all’ospedale di Conegliano. Io e mio zio abbiamo raggiunto l’ospedale in auto. Mentre, mio cugino, che era ancora cosciente, è stato portato a fare la Tac», prosegue. Poi la situazione è improvvisamente precipitata.
La corsa al Ca’ Foncello
«Dopo due ore una dottoressa ci ha detto che erano state riscontrate delle microfratture all’osso temporale, che mio cugino era in coma e veniva trasferito d’urgenza all’ospedale di Treviso, in neurochirurgia». Il papà e il cugino sono corsi al Ca’ Foncello.
«Siamo stati lì tutta la notte» ricorda Valerio Torresan, «hanno operato subito Mario, poi l’hanno messo in una stanzetta e ogni mezz’ora gli facevano la tac. Poi l’hanno portato ancora fuori, mio zio ha chiesto alla dottoressa per quale motivo e gli ha detto che l’ematoma si stava ingrossando e bisognava intervenire chirurgicamente una seconda volta». E da quella notte Mario De Marchi non si è più svegliato, fino al tragico epilogo di ieri.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso










