Rissa al pub, tre carabinieri in ospedale

Caos al “Diego Armando” di Riese, l’autore della violenza arrestato e processato per direttissima: patteggia quattro mesi
Di Fabio Poloni

RIESE. Manda al pronto soccorso tre carabinieri che cercano di bloccarlo durante una rissa in birreria: arrestato e processato per direttissima, ha patteggiato ieri mattina quattro mesi e dieci giorni di reclusione. Protagonista della vicenda un giovane montebellunese di origini algerine, Mohamed Medebber Yassine, 24 anni.

La rissa e la furibonda reazione all’arrivo dei carabinieri si sono verificate venerdì sera attorno alle 23 al pub birreria “Diego Armando” di Vallà di Riese. Lì il giovane è arrivato dopo aver forato uno pneumatico della sua Jaguar: al pub ha cercato aiuto per poter ripartire, e dopo aver sistemato l’auto ha deciso di offrire da bere a chi l’aveva aiutato. Non è chiaro cosa abbia acceso gli animi, pochi istanti dopo: pare che il ragazzo abbia incontrato una sua amica e forse la circostanza ha dato fastidio ad altri ragazzi che erano lì con lei. Fatto sta che tra Mohamed e altre due persone è nata una rissa furibonda all’esterno del locale. Il titolare del Diego Armando ha immediatamente chiamato i carabinieri, visto il parapiglia.

All’arrivo della prima pattuglia, uno dei militari ha cercato di calmare gli animi bloccando il montebellunese. Per tutta risposta, il giovane ha tentato di colpire l’appuntato con un pugno al volto. Il carabiniere è riuscito a evitare il colpo, ma a quel punto ha chiamato rinforzi: ecco arrivare sul posto una seconda pattuglia. A quel punto il giovane di origini algerine era rimasto l’unico esagitato: gli altri due protagonisti della rissa, alla vista dei carabinieri, se la sono data a gambe. Ci hanno provato in tre, i militari dell’arma, a fermare il ventiquattrenne: lui ha reagito ancora più violentemente, facendoli finire tutti a tre al pronto soccorso con ematomi ed escoriazioni varie (cinque giorni di prognosi ciascuno). Al culmine dei suoi minuti di follia, secondo i testimoni, si sarebbe persino messo a urlare «Brucio tutto, brucio tutta Vallà, io sono capo della mafia»: un delirio sicuramente alimentato dall’euforia alcolica. Alla fine, però, i carabinieri sono riusciti a bloccarlo e arrestarlo.

Per il ragazzo, professione rappresentante di commercio, sono scattate le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e rissa con lesioni: ieri mattina, in tribunale a Treviso, assistito dall’avvocato Paolo Salandin, il giovane ha patteggiato una pena di quattro mesi e dieci giorni di reclusione, sospesa. Il ragazzo, incensurato, è stato immediatamente rimesso in libertà.

Come detto, non è chiarissima la scintilla che ha fatto degenerare la situazione. Di certo c’era l’abuso di alcol, sebbene il gestore di locale abbia garantito che lì il giovane era appena arrivato dopo aver forato una gomma dell’auto: probabilmente aveva bevuto prima.

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