Rischio ribasso per il Prosecco «C’è troppo Glera cambiamo vitigni»

La super vendemmia 2018, con raccolte di uva superiori fino al 20 per cento rispetto all’anno scorso, riverserà sul mercato una quantità mai vista prima di Glera e vino bianco comune. Vini e spumanti venduti a prezzi molto bassi, frutti del surplus produttivo che non può essere rivendicato a Prosecco, che faranno concorrenza alla fascia più economica della Doc, generando scossoni sul mercato enologico. Oggi - oltre al vino in eccesso che non può diventare Doc o Docg - ci sono 7 mila ettari di Glera: Ivo Nardi, titolare dei vini bio Perlage a Farra di Soligo e rappresentante gruppo vinicolo di Assindustria, propone di convertirli in varietà resistenti alle malattie e che non hanno bisogno di trattamenti, come il Bronner, per produrre vini comuni di altro genere.
La sovrapproduzione ha agitato i produttori, a cui l’uva sarà pagata di meno (mediamente 1,10 euro al chilo la Doc), e scatenato i più critici (persino la diocesi di Vittorio Veneto è intervenuta per criticare la monocoltura del Prosecco). Eppure il problema non riguarda direttamente il Prosecco: le rese massime per ettaro sono confermate a 180 quintali per la Doc e 135 per le Docg. E quindi il surplus produttivo dove finisce? Nel Glera e nei “vini bianchi comuni” non rivendicabili a Prosecco, ma vendibili sugli stessi canali. Si genera così una concorrenza verso il basso che non fa il gioco della parte più economica della Doc, e che rischia di trascinare le quotazioni a picco.
«Questa vendemmia ha generato un quantitativo importante di vino a prezzi molto bassi» spiega Nardi, «sicuramente potrebbe generare confusione a livello nazionale. All’estero vogliono solo Prosecco e sanno cosa chiedere, in Italia invece si possono commercializzare bottiglie che con il Prosecco entrerebbero in concorrenza. Previsioni è difficile farne, non ci siamo mai trovati in un contesto del genere». Lo stesso governatore Luca Zaia, a giugno, aveva espresso perplessità circa i grandi quantitativi di Glera, utilizzati da molti come “parcheggio” in attesa di poterli rivendicare a Prosecco.
«Una possibile risposta sarebbe sovrainnestare i 7 mila ettari di Glera con vitigni innovativi, moderni e resistenti alle malattie, come il Bronner, un vitigno sostenibile che sta prendendo piede in tutta Europa e non ha praticamente bisogno di trattamenti» suggerisce Nardi. Un ’alternativa bio, quindi, alla sovrapproduzione di vini comuni.
Si sono piantati vigneti ovunque, sostengono i detrattori, e anche per questo le quantità sono sempre più ingenti. Risponde Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso: «Finché il mercato assorbe, è giusto andare avanti. Ogni aumento della superficie produttiva è calcolato sulle proiezioni di vendita: le richieste negli ultimi anni sono in continuo aumento, e il mercato regge i 1.200 ettari in più ogni anno, come deliberato dal Consorzio Doc». —
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