Riorganizzazione alla Stiga meno personale e capannoni

castelfranco. Scenderà di un’altra cinquantina di unità nel 2020 l’organico di Stiga, la multinazionale specializzata in trattorini rasaerba e attrezzature per il gardening con quartier generale a Castelfranco in via del Lavoro.
Dopo aver registrato nel 2019 un fatturato di 450 milioni - in linea con le previsioni - la più grossa impresa castellana continua a pieno ritmo il suo piano di riorganizzazione. Obiettivo: razionalizzare i processi produttivi ottimizzando i costi, per investire in prodotti innovativi e mantenere la competitività sul mercato. Dopo i circa cinquanta esuberi del 2019, tutti su base volontaria, per dare seguito all’accordo siglato con i sindacati confederali, Stiga “asciugherà” ulteriormente il personale.
Sono circa 550 i dipendenti attualmente in forza negli stabilimenti di Castelfranco e Resana, per la stragrande maggioranza operai ma in parte anche impiegati. Ad oggi, al netto degli scioperi della flessibilità da parte dei Cobas, il rapporto con i dipendenti e i sindacati confederali è costruttivo, nonostante i tagli, e ci sono stati anche alcuni reintegri di lavoratori che erano in mobilità. Oltre alla riduzione della forza lavoro Stiga per il 2020 ha due obiettivi importanti. Il primo: la concentrazione di tutte le fasi produttive nello stabilimento di Resana, svuotando il capannone di Castelfranco, la cui funzione futura ancora non è stata definita.
L’eliminazione della sede produttiva di via del Lavoro avverrà entro l’estate i quest’anno. Resteranno operativi a Castelfranco gli uffici e l’area ricerca sviluppo, per cui Stiga conferma di avere in programma il più grande piano d’investimenti della sua storia. L’obiettivo strategico, che per l’azienda è irrinunciabile, consiste infatti nell’innovazione dei prodotti, per offrire un valore aggiunto rispetto alla concorrenza e resistere in un mercato sempre più caratterizzato dalla forte pressione sul livello dei prezzi.
Al fine di rendere più efficiente il processo produttivo Stiga entro quest’anno darà in outsourcing lo stampaggio: una parte del lavoro potrebbe essere affidato allo stabilimento slovacco di Stiga, un’altra parte della lavorazione potrebbe essere assegnata ad un’azienda italiana. Ma si tratta di valutazioni in corso da parte del management che dal 2 settembre scorso è guidato dal nuovo amministratore delegato Sean Robinson. Integrando tutti i processi in un unico sito produttivo Stiga eliminerà ogni spreco negli spostamenti, all’insegna della lean production (produzione snella) per concentrare le risorse sullo sviluppo di nuovi prodotti. Continuano, nel frattempo, gli accertamenti in sede giudiziale dopo che alcuni dipendenti (licenziati “per giusta causa”) nell’aprile scorso erano stati accusati per furto dopo la sparizione di un prototipo, un avveniristico trattorino non ancora commercializzato. —
M.C.P.
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