Referendum per l’indipendenza di Resana

Il sindaco Mazzorato lancia la nuova iniziativa anti-Stato. L’opposizione: sperpero di denaro pubblico
DeMarchi Resana nuovo sindaco Loris Mazzorato
DeMarchi Resana nuovo sindaco Loris Mazzorato

RESANA. Un referendum per l’indipendenza del Comune di Resana dall’Italia: a lanciarlo il sindaco Loris Mazzorato che ha affidato agli uffici municipali la predisposizione di una bozza di regolamento della consultazione. L’annuncio avvenuto mercoledì sera in occasione del consiglio comunale – curiosamente – è passato via liscio e tranquillo senza alcuna osservazione o qualche rimbrotto, neanche dai banchi della minoranza, neanche dal pubblico. Questione di orecchio e di scambio di preposizioni. In effetti, solo un udito molto attento poteva cogliere la portata di questa iniziativa: in tempi di annunci da più parti, anche dalla Regione Veneto, di referendum federalisti o indipendentisti a livello regionale, si poteva pensare che quanto comunicato dal sindaco riguardasse qualcosa di simile. Più che giustificabile quindi se quasi tutti hanno capito che si trattava di un referendum sull’indipendenza “nel” Comune. Invece Mazzorato ha detto proprio “del” Comune di Resana. E che non si sia trattato di errore lo conferma lui stesso: «Ma quale errore: intendevo proprio indipendenza del Comune dall’Italia! Voglio che i cittadini resanesi possano esprimersi su questa possibilità. Come sindaco sono stufo di dover applicare tasse e solo tasse, di procedere a tagli sempre più dolorosi, di non avere alcuna disponibilità economica. Non si può andare avanti così». Il valore del referendum sarà solo consultivo, ma è comunque un’iniziativa diversa della richiesta di una maggiore autonomia. E anche del referendum sull’indipendenza del Veneto indetto dal governatore Luca Zaia con apposita legge regionale. «Proposta che condivido e sostengo in prima persona», precisa Mazzorato, «ma se va avanti. In caso contrario saranno i resanesi a dire la loro». Capito il vero significato della comunicazione ufficiale fatta dal sindaco e chiuso il consiglio, non sono mancate le reazioni, soprattutto dalla minoranza: «Un’iniziativa talmente surreale che era impossibile da cogliere nel suo vero significato», dice il consigliere Matteo Bosa. Che continua con una buona dose di ironia: «Non sono contrario per principio, ma allo stesso tempo per esprimere un parere favorevole dovrò fare un grosso esercizio di fantasia per immaginarmi consigliere dello stato indipendente di Resana. Parlando seriamente, prendiamo atto che il sindaco pur lamentando carenza di risorse è invece favorevole alla spesa di un referendum consultivo che sarà solo uno sperpero di denaro. Ha perso di vista il ruolo che i cittadini gli hanno affidato».

Davide Nordio

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