Quindici platani capitozzati «Uno scempio ambientale»

I residenti di San Giacomo non hanno gradito la drastica “potatura” degli alberi Anche per l’esperto è brutta e dannosa: «Così le essenze si indeboliscono»

VITTORIO VENETO

Platani “massacrati” sulla statale Alemagna. Una quindicina di piante sono state mutilate nelle vie Matteotti e Sant’Antonio da Padova a San Giacomo di Veglia. Il nuovo taglio ha provocato ieri un vespaio di polemiche dopo la massiccia potatura della scorsa primavera nella parte a nord della città. Una sessantina erano stati i tigli coinvolti nel tratto della statale Alemagna da via Marconi fino a Porta Cadore. L'anno precedente era toccato invece ai tigli di via Cavour.

«POTATURA SELVAGGIA»

«Si tratta dell’ennesima potatura selvaggia», riferiscono i residenti, «ha interessato tutto il viale. Una cosa tristissima anche a vedersi. Non capiamo perché il Comune permetta tutto ciò». «Hanno effettuato una potatura a candelabro», chiarisce l’agronomo Orfeo De Nardi, professore al Cerletti di Conegliano, «non è del tipo indicato per quegli alberi. È la potatura più economica possibile. La fanno per salvaguardare la sicurezza di chi transita per la strada. Della fisionomia originale del platano non resta pressoché nulla. Questa pratica porta alla lunga all'indebolimento della pianta. I tagli importanti che sono stati fatti tendono a creare delle marcescenze, delle carie che possono intaccare l'intera pianta».

IL PROBLEMA DEI COSTI

Non è infatti un caso che lungo le strade cittadine i platani stiano diminuendo vistosamente. Per i Comuni e gli altri enti, gli alberi da potare sono un costo. «Non vengono visti come delle risorse», conclude De Nardi, «utili dal punto di vista ecologico per la biodiversità, per creare dei canali di percorrenza degli insetti». «È una capitozzatura comunque», interviene Massimo Merzaghi, alfiere contro lo potature selvagge, «a questo punto vorrei capire se c'è una strategia per la gestione delle alberature. Se la strategia è periodicamente ridurle così, sono operazioni scorrette».

DANNI FISIOLOGICI

Oltre a indebolire gli alberi , questi tagli creano una serie di scompensi a livello strutturale. «Erroneamente si pensa che riducendo la chioma, questa diventi più stabile e sicura», spiega Merzaghi. «In realtà, oltre ai danni fisiologici che possono subentrare, come marciumi e infezioni di vario tipo, una pianta in quelle condizioni peggiora dal punto di vista aerodinamico». Si tratta insomma di potature che non rispettano l'architettura di un albero. Ormai da decenni esiste una letteratura, scientifica e tecnica, che dimostra come interventi, che grossolanamente vanno sotto il nome di capitozzatura, siano deleteri. La capitozzatura elimina una grande porzione di chioma, impedendo così all’albero di alimentarsi. —

Francesco Dal Mas

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