«Qui c’è un bimbo, chiamate il 112»

Hanno suonato al campanello di Ombretta Basso: «Avevano l’accento straniero»
DeMarchi Resana luogo ritrovamento auto Orietta Basso a sinistra
DeMarchi Resana luogo ritrovamento auto Orietta Basso a sinistra

RESANA. Sono da poco passate le 20.30 quando una donna di Resana, Ombretta Basso, sente suonare il campanello della sua casa, al civico 29 di via Siese. «Chiamate i carabinieri: c’è un bambino in auto», si sente dire. Lei non sa che a parlare sono i ladri più ricercati della Marca.

«Avevano un accento straniero, forse rumeno», spiega la donna. La signora fa in tempo ad affacciarsi alla finestra e a vedere un’auto che sgomma via ad alta velocità ed un’altra più grande, nera, ferma davanti alla sua abitazione. «A quel punto ho chiamato una mia vicina di casa, Ramona Butturca. Pensavo che a casa ci fosse anche il marito che potesse aiutarmi. Dentro quell’auto c’era un bimbo».

A quel punto viene chiamato Claudio Civiero, un altro vicino di casa. «Si - spiega Civiero - mi hanno raccontato di questo fatto e a quel punto sono uscito di casa con mia moglie Anna per vedere cosa ci fosse in quella macchina. Dentro c’era il bambino. Stava dormendo tranquillamente nel sedile posteriore. Come se nulla fosse successo».

Parte così la chiamata alla centrale dei carabinieri. «Ho immediatamente chiamato il 112 - racconta Civiero - ed ai carabinieri ho chiesto l’autorizzazione di aprire l’auto per sincerarmi della condizioni del piccolo. L’ho accarezzato in testa. Poi, dopo qualche minuto sono arrivati i carabinieri che hanno preso il piccolo e lo hanno portato dentro l’abitazione della signora Basso. Lì hanno atteso che arrivasse la mamma».

Poco dopo le 21 ecco che in via Siese arriva un’auto dei carabinieri. C’è la mamma del piccolo Giulio. Quando scende, corre verso la casa di Ombretta basso per abbracciare il figlio e sciogliersi in un pianto liberatorio.

Il piccolo, dopo essere stato allattato, è stato portato all’ospedale di Castelfranco per essere visitato nel reparto di pediatria. «Tutto ok», dicono i medici. Il piccolo sta bene. Nel frattempo a Vedelago e in tutta la Marca si diffonde la notizia del lieto fine di una vicenda che per un’ora e mezza ha tenuto in ansia un’intera provincia. Il primo a esultare è Alessio Chies, titolare del “Re del gelato”, di via Marconi a Vedelago, dove la mamma s’era fermata.«Lei è cliente abituale, fa sempre così, lascia l’auto accesa, scende, ordina, paga e risale in macchina», racconta Chies, «sono felicissimo che abbia riabbracciato il bimbo».

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