Quelle visite discrete alle famiglie delle vittime della strada

VITTORIO VENETO. Il vescovo di Vittorio Veneto come un buon parroco di paese. Sconvolto, anche lui, dai tragici incidenti di questi giorni, ha portato la sua vicinanza alle famiglie recandosi di persona a trovarle. Mons. Corrado Pizziolo è rimasto colpito dalla tragedia di Gessica, così come dalla morte di Massimo Flora, il 50enne maresciallo dell'esercito vittima del tragico incidente avvenuta lungo la strada provinciale 32, a Farra di Soligo. Il vescovo ha pregato con la moglie Patrizia Fabris e i figli Virginia e Gualtiero. La signora gli ha ricordato che stava leggendo il Passio in basilica quando è accaduto l'incidente. Strazianti gli incontri a Cessalto con la famiglia di Diego Zago, il chierichetto 16enne falciato in via Donegal e la famiglia di Elia Iseppi, il 20enne alla guida della Fiat Punto che si è scontrato con lo scooter del ragazzo. Commovente anche la visita ai Corazza; il giovane Tommaso è morto annegato nel lago di Revine.
E' nello stile del vescovo raccogliere le lacrime dei genitori e dei famigliari delle vittime di incidenti. «Qualcuno potrebbe dire che la morte, facendo parte dello scenario della vita, non dovrebbe più stupirci. Invece essa continua, non solo a stupirci, ma a crearci scandalo. E questo non solo quando muore un malato o un anziano, ma specialmente quando muoiono persone giovani o addirittura bambini oppure quando una o molte vite viene stroncate dalla cattiveria e dalla violenza. Mi sono ripetutamente trovato a pensare, in questi giorni: se non avessimo la speranza della vita eterna, chi potrebbe dare un senso a tutte queste esistenze?» (f.d.m.)
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