«Quella badante violenta a casa mia»

VITTORIO VENETO. «Ho trovato la badante che teneva le lenzuola schiacciate sul viso di mia nonna. Ci mancava poco che la soffocasse». È il drammatico racconto della nipote di Antonia, 96 anni, vittima delle violenza da parte della sua badante straniera, Krivda Galina, 59 anni.
«La volea coparme», ha urlato la povera donna alla nipote che l’aveva appena liberata dalla morsa della badante russa. Il fatto è successo mercoledì in via Cal Grande a Ceneda. La nipote, F.D.V., che abita accanto all’anziana, ha immediatamente denunciato la straniera che da sette mesi l’assisteva e che ora è accusata di maltrattamenti. «Erano circa le 17.30 e stavo lavorando fuori in giardino», racconta la nipote 24enne, «all’improvviso mi sono accorta dei lamenti di mia nonna. Sapevo che era con la badante, ma mi sono precipitata lo stesso nella sua casa passando dalla porta posteriore. Sono andata diritta in camera e ho visto quella scena orribile». L’anziana era stesa sul suo letto con le spondine di sicurezza alzate. Aveva il viso coperto dal lenzuolo premuto dalla badante e si lamentava. «Cosa stai facendo? Ho urlato alla badante», prosegue il racconto. «Lei, per tutta risposta, mi ha detto: oggi è l’ultimo giorno che sto qua. Solo a quel punto ha lasciato andare la presa. E come se niente fosse, è andata nella sua camera, ha fatto le valige e se n’è andata».
L’anziana, che soffre di una perdita di memoria tipica dell’età, era lucida e ha capito perfettamente cosa stesse succedendo. L’assistente familiare, che secondo il racconto era salita sul letto per stringere la presa del lenzuolo sul volto di Antonia non ha dato spiegazioni del suo comportamento. «Ma ho avuto la netta impressione», ragiona la 24 enne, «che per lei farla stare zitta in quel modo fosse una cosa normale. Penso proprio fosse un’abitudine».
L’episodio ha dato nuova sinistra luce a una serie di indizi che i familiari avevano notato, ma senza collegarli a possibili maltrattamenti. Sul naso di Antonia erano infatti comparsi alcuni graffi, evidentemente prodotti dallo sfregamento del lenzuolo. Inoltre, in casa erano stati trovati a più riprese sedativi ospedalieri e stranieri. La badante si era giustificata dicendo che erano per lei. «Spesso alla sera la trovavo alticcia», aggiunge la ragazza, «ma mai avremmo immaginato che riservasse un trattamento così alla mia povera nonna. Queste badanti sono pagate tantissimo e pretendono sempre di più. Dopo neanche due mesi che era da noi voleva già le ferie. Abbiamo deciso di sporgere denuncia ai carabinieri per quello che ha fatto a mia nonna, ma anche perché non vogliamo che vada a fare queste cose ad altri anziani». Ora Galina è stata sostituita, l’anziana non sembra avere più paura e sta cercando di dimenticare il volto di quella donna, terribile già i primi giorni dal suo arrivo in casa. Secondo quanto riferiscono i carabinieri di Vittorio Veneto, dopo l’accaduto i familiari avrebbero raccontato anche di quando l’anziana, in tempi non sospetti, aveva detto chiaramente «Ho paura di lei», indicando la russa. Un’affermazione che inizialmente i figli e i nipoti avevano legato alla difficoltà di convivere con un’estranea, ma che alla fine invece si è rivelato una disperata richiesta di aiuto.
Ora la 59enne è tornata – pare – in Russia, ma sul suo nome ora pende un’accusa tanto pesante da poterle far perdere il diritto di rientrare in Italia. Il caso infatti è nelle mani dell’autorità giudiziaria.
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