Quartieri senza medici tra i pazienti è rivolta

MONTEBELLUNA. Disagi e rabbia nelle frazioni montebellunesi dopo che anche Contea è rimasta senza medico di base. Delle undici frazioni comunali oltre la metà non hanno più un dottore cui i residenti possano rivolgersi in caso di problemi di salute. La tendenza di molti medici di riunirsi in un unico ambulatorio, nel centro cittadino, per economizzare i costi di affitto e gestione dello studio, ha sguarnito progressivamente il territorio di un importante presidio sanitario.
Il disagio è maggiore per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi e dopo che anche il dottor Rosario Cassata ha lasciato l’ambulatorio al civico 63 di via Contea, per quello in via Serena dove ci sono già altri tre dottori, il problema si è ulteriormente aggravato.
Nel territorio comunale sono 22 i medici di famiglia ma si trovano oramai quasi tutti nel capoluogo: quattro in via A. Serena, cinque in via S. Maria in Colle, tre in piazza Bellona e altrettanti in via Bertolini, quattro in via Della Vittoria. Le frazioni sono state quindi abbandonate ad eccezione di Posmon dove resiste stoicamente ancora il dottore Roberto Di Blas, mentre Biadene forte della sua rilevanza demografica può contare ancora su tre medici, e Busta dove due giorni la settimana (lunedì e mercoledì) il medico Alberto Gamba va in trasferta dal suo studio di via Della Vittoria. Insomma per chi vive in periferia i servizi sono sempre meno. Basta andare a Contea dove il problema è una ferita ancora aperta, per comprendere quando sia disagevole questa tendenza e quanta rabbia abbia scatenato. «È una vergogna. I medici avranno anche le loro ragioni ma intanto siamo noi vecchi a pagare», commenta Giovanna, una pensionata, all’uscita dalla chiesa di Contea, «Ora se abbiamo bisogno del dottore dobbiamo arrivare in centro anche se non abbiamo la macchina». C’è poi un anziano che spiega che per andare dal medico, ora il figlio deve chiedere un permesso al datore di lavoro. “La vita è già difficile, con la crisi che ci ha messi tutti in ginocchio – aggiunge Mario – e adesso ci hanno tolto anche il dottore. Questi governanti vogliono portarci alla rovina”. Non si comprende perché se le farmacie devono sottostare a criteri demografici, non sia così per i medici, a tutela soprattutto degli utenti più deboli. L’unica certezza è che frazioni montebellunesi come San Gaetano, Sant’Andrea o Caonada non hanno più un presidio sanitario con buona pace dei residenti.
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