Punto Riciclo chiede il concordato

Dopo essere stata investita in pieno dallo scandalo rifiuti sollevato dall’inchiesta di Fanpage, la Punto Riciclo di Vedelago, società che gestiva il Centro Riciclo dopo il milionario fallimento della società di Carla Poli e dopo una inconsueta girandola di società, adesso ha chiesto il concordato al tribunale fallimentare di Treviso.
La domanda è stata accolta nei giorni scorsi, ma non senza riserve. Perchè la richiesta della società mancava di alcuni elementi fondamentali come la lista dei creditori ed era segnata anche da altri elementi che il tribunale intende chiarire forse proprio a seguito di quanto emerso nel febbraio. A inizio anno infatti Fanpage immortalò il responsabile della società, Stefano Fuso, imbastire una trattativa con l’ex camorrista Nunzio Perrella che per Fanpage si proponeva come investitore di soldi in nero – che sottoindendeva derivanti dalla camorra – nell’attività di riciclo rifiuti dello stabilimento di Vedelago. Chiari i termini dell’accordo (poi non formalizzato) che prevedeva di far entrare in affari Perrella attraverso una società costituita ad arte attraverso amministratori compiacenti e pagati per assumersi ogni responsabilità penali, facendo girare il capitale versato in contanti attraverso altre partite di giro che avrebbero coinvolto altri impianti di smaltimento rifiuti gestiti direttamente o indirettamente da Fuso all’estero.
Basterebbe già questo a far alzare le antenne sulla società, ma da febbraio è incorso anche altro. La società prima era amministrata da Paolo Barnaba, fedelissimo di Fuso e professionista a cui facevano capo altre società tutte ricadenti in un immobile anonimo in via Piave a Ponzano, la principale delle quali (Self Italia) collegata ad una società aperta a Londra e riferita a Fuso. Bene, nel corso degli ultimi mesi la Punto Riciclo che aveva sede legale a Vedelago ha spostato la sua “dimora”. Dove? A Roma, lungo la Salaria. Perchè? Difficile dirlo, ma da Roma proveniva anche una delle società controllate dalla Self Italia, quella con cui era entrata nella gestione della Punto Riciclo. E a questo si aggiunge un altro dettaglio: il cambiamento di amministratore unico, carica passata da Paolo Barnaba a Mirco Lorenzon, che altri non è se non un altro professionista legato a Fuso e Barnaba, amministratore unico di una società chiamata Finko controllata da Barnaba e Fuso. Ennesima girandola nella storia una Punto Riciclo. Nulla di illecito, sia chiaro, ma non passa inosservata guardando ai Trascorsi: in quattro anni cinque riorganizzazioni societarie. Nel 2014 La Punto Riciclo era guidata da Marta Tessaro 70% e Paolo Callegari 30%, entrambi legati alla vecchia gestione. Nel 2017 Callegari esce cedendo le quote ad una società romana, la Cromo Holding (intestata a un ottuagenario) il cui ingresso coincide col siluramento dell’ex amministratore De Marchi. Poi la società cambia ancora, la Tessaro dal 70% passa al 15%. A incassare il pacchetto è la Elleffe srl, una società di abbigliamento che rientra nella ampia sfera di influenza di Stefano Fuso. Dopo un un anno e mezzo, poi cambia ancora: alla Elleffe si sostituisce la Self Italia, il cui amministratore è Paolo Barnaba e nel cui pacchetto azionario contempla la Cromo Holding dell’ottuagenario romano al 5,6%. A luglio 2017 altro giro: Self Italia prende le quote di Cromo Holding La società resta alla Tessaro (15%) e a Self Italia (85%) di Barnaba. (f.d.w.)
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