Sentenza Zonin, esplode la protesta a Treviso: «Funerale del risparmio veneto»
Dopo la riduzione della pena all’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, i risparmiatori traditi scendono in piazza a Treviso venerdì 11 aprile

L’eco della sentenza della Cassazione sulla Banca Popolare di Vicenza, che ha visto una riduzione della pena per l’ex presidente Gianni Zonin, scatena un’ondata di indignazione tra i risparmiatori che si sentono traditi dalle banche venete. In risposta, è stata lanciata per venerdì 11 aprile, alle 18 in Piazza Indipendenza a Treviso la manifestazione “Funerale del risparmio veneto”.
Dopo Vicenza, dunque, la mobilitazione si estende nella Marca, con l’obiettivo di portare la propria voce, se serve, oltre i confini regionali e arrivando a Roma con future iniziative. A guidare il corteo ci sarà un eloquente striscione con la scritta “Verità per i truffati delle banche venete” e una bara, simbolo del risparmio perduto, dove gli organizzatori compiranno un gesto simbolico deponendo le speranze di giustizia.
Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, non usa mezzi termini nel commentare la sentenza: «È una pillola amara con la riduzione della pena a Zonin. Zonin ci ha insegnato che è meglio fondare una banca e sfondarla che derubarla. Visto l’esito dei tribunali fallimentari e dei commissari, che si sono arricchiti senza risolvere nulla, vanno rimossi immediatamente. Venerdì chiederemo alla politica di occuparsi seriamente della situazione: c’è ancora molto denaro da recuperare e si può ristorare quasi al 100% tutti i derubati delle banche».
Paccagnella punta il dito anche contro la gestione dei beni residui di Veneto Banca: «Non dimentichiamo che Veneto Banca ha ancora dei rami d’azienda di grande importanza economica che vanno ancora assegnati e incassati i denari e divisi tra i risparmiatori traditi. Non so che cosa stia aspettando il tribunale di competenza ad incassare, sono passati dieci anni. Alla manifestazione di venerdì abbiamo invitato tutti i parlamentari veneti».
Sulla stessa linea Patrizio Miatello, presidente dell’associazione Ezzelino da Onara, che definisce la sentenza Zonin come la conferma che «qualsiasi banchiere può mettere a carità un intero territorio, dal Nord-Est al Centro, senza avere delle pene misurate al disastro causato e a quello che succederà. Il risparmio non è tutelato. La conferma della condanna a Zonin per ostacolo alla vigilanza, perché hanno archiviato l’aggiotaggio e il falso in prospetto, lo porterà a pagare 7 mila euro di spese a Banca d’Italia e Consob senza andare in carcere».
Miatello sottolinea le gravi conseguenze sociali ed economiche della vicenda: «Ricordiamo che il territorio è stato devastato con conseguenze che devono ancora arrivare, ci sono 300 mila ipoteche che andranno all’asta. Noi diciamo no, ci sono i soldi dei conti dormienti - altri 3 miliardi -, deve essere istituito un fondo dalla politica, cambiare le leggi sulla tutela del risparmio. Chiediamo il 100% del ristoro delle vittime accertate».
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