Prostituzione, assolto l’antiquario Pezzella

Nuova assoluzione per Vincenzo Pezzella, settantasettenne noto antiquario di Treviso. Il tribunale l’ha scagionato dall’accusa di induzione alla prostituzione, dopo che la Procura ne aveva chiesto la condanna a ben quattro anni di reclusione. Per l’antiquario si tratta della seconda assoluzione dopo quella del 2011 dall’accusa di violenza sessuale. «Mi hanno gettato addosso fango per cinque anni», commenta Pezzella, difeso dall’avvocato Marta Labozzetta, «ora la mia reputazione è rovinata».
Era stata l’ennesima vicenda boccaccesca ad avere come protagonista l’antiquario Vincenzo Pezzella. I fatti risalgono al 2014: l'antiquario, che non ha mai nascosto la sua passione per le donne, avrebbe conosciuto due signore sulla cinquantina durante una festa. Da cosa nasce cosa fino a che non arriva la proposta: Vincenzo Pezzella, secondo le accuse mosse dalla Procura senza troppi giri di parole, avrebbe proposto alle due donne di prostituirsi.
E per far le cose fatte bene, l'antiquario avrebbe pure messo a disposizione un appartamento in cui “svolgere il lavoro”. Le due signore avrebbero prima pensato a uno scherzo, poi invece, una volta compreso che l'antiquario non scherzava, si sono rivolte alla polizia.
Alla luce delle loro dichiarazione è nata un'indagine, coordinata del pubblico ministero Iuri De Biasi, che ha permesso di raccogliere elementi per procedere con la richiesta di rinvio a giudizio. Il reato di induzione alla prostituzione è disciplinato da una norma che ha oltre 50 anni, l'arcinota legge Merlin, che sottolinea che «si ha "induzione alla prostituzione" quando viene messa in atto, seppure una sola volta, un'opera di persuasione, di sottile convincimento, concreta ed idonea, anche senza l'uso della violenza o minaccia, sia per iniziare l'attività prostitutiva, che per proseguirla».
Ma perché induzione e non favoreggiamento (anche se la Procura ha indagato anche per questo reato)? La legge Merlin è chiara: «Per quanto attiene alla differenza tra questo caso, il favoreggiamento e l'agevolazione, l'induzione richiede un'attività diretta alla psiche della vittima, mentre gli altri due reati constano invece in un'opera di materiale ausilio al fatto della prostituzione». E in tribunale ora è arrivata l’assoluzione.
Non è la prima volta che Pezzella finisce invischiato in vicende giudiziarie. Nel 2010 era stato indagato per il reato di violenza sessuale. Era stato accusato da una modella trentenne. L'inchiesta andò avanti alcuni mesi, ma si concluse con la richiesta di archiviazione da parte della stessa Procura di Treviso. «Sono stanco, stanco morto di essere preso di mira, io non faccio nulla, non ho fatto nulla di male», aveva detto Pezzella, «è l'ennesima volta che vengo preso di mira e non ne posso più. Così mi rovinano, io ho una reputazione, una professionalità, ma non sembra interessi a nessuno. Ho perfino pensato di mollare, mollare tutto...ma non voglio essere vittima di questa infamia».
Giorgio Barbieri
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