Prosecco Rosè pronto a ottobre. Al via con 20 milioni di bottiglie

CONEGLIANO
Giorni decisivi, i prossimi, per il Prosecco Rosè. È in definizione il decreto ministeriale che aprirà alla produzione delle bollicine rosate, in vendita dal prossimo ottobre in Italia, e da novembre in Europa. Una stima di 20 milioni di bottiglie nel primo anno. Dopo l’armistizio tra il Consorzio Doc e i produttori del Prosekar, il tipico vino del Carso, i produttori di bollicine si preparano, dunque, alla grande avventura del Rosè che in autunno, Covid permettendo, dovrebbe conquistare il mercato statunitense, quello del regno Unito ed il Canada.
L’ITER BUROCRATICO
Stefano Zanette, presidente del Doc, aspetta, insieme ai suoi colleghi, soprattutto quelli delle grandi cantine, che “sbottigliato” l’impasse a Trieste, si concludano a Roma le procedure per consentire i trattamenti del Glera e del Pinot Nero in autoclave finalizzati, appunto, a creare le bollicine in rosa. Per passare alla fase produttiva occorre la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale e, quindi, in precedenza, l’entrata in vigore del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, che ufficializzerà la modifica a livello nazionale avviando l'iter comunitario che, a sua volta, culminerà con la definitiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. La data fatidica pare sia quella del 10 agosto. Poi il seguito. Se per il Prosecco normale ci vogliono 30 giorni di ‘lavorazione’, per quello Rosè ne sono necessari 60.
VENDITA DAL 10 OTTOBRE
Il che significa che prima del 10 ottobre non è consentita la vendita di alcuna bottiglia. E, in ogni caso, il mercato resta confinato all’Italia. Bisognerà aspettare altri 30 giorni, come si diceva, perché il ‘rosato’ del prosecco Doc possa partire alla conquista dell’estero. «L’operazione Rosè risponde senz’altro ad un’attesa di mercato – ammette il trevigiano Michele Zanardo, vicepresidente del Comitato Nazionale Vini - non si è trattato di un ‘colpo di fulmine’, magari dettato dall’emergenza Covid, come qualcuno ritiene, ma di una scelta ponderata del Consorzio che ha avviato l’iter autorizzativo da circa due anni. La domanda è in crescita, perché il Rosè va incontro ai nuovi gusti. A cominciare dal suo colore».
UN COLORE TRENDY
L’inconfondibile tonalità rosa tenue di questo prodotto viene ottenuta con metodo Martinotti-Charmat, con uve provenienti dal Glera per l’85% e dal Pinot Nero per il 15%. La resa in campo rispetterà i 180 quintali ad ettaro per il Glera ed i 135 per il Pinot Nero. Non mancano i ‘precedenti”; l’anno scorso sono state prodotte in territorio Doc ben 37 milioni di bottiglie di spumanti rosè generi, rispetto alle 486 milioni di bottiglie Prosecco. Nel Vinitaly dell’anno scorso, un’indagine di Wine Monitor di Nomisma rivelò che negli Stati Uniti il 74% dei consumatori era convinta di aver visto il Prosecco Rosé sugli scaffali e il 46% aveva sostenuto di averlo assaggiato. I vini rosati sono passati in 4 anni, negli Usa, da un fatturato di 118 a uno di 496 milioni di dollari con un ritmo di crescita annuo del 43 per cento. Le stime del consumo mondiale ipotizzano per il 2022 ben 25 mln di bottiglie dei vini rosati e per il 2035 più di 30 milioni. «La variante in rosato – spiega Stefano Zanette, presidente del Consorzio - sarà lo step intermedio tra la classica bollicina doc e il primato della Docg».
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