Prosciugava i conti del Comune Due anni all’impiegata infedele

CARBONERA. Nell’arco di pochi mesi era riuscita a sottrarre alle casse del Comune di Carbonera svariate migliaia di euro. Lei, segretaria dell’Ufficio ragioneria, dopo essere stata pizzicata dai suoi superiori, ha restituito tutto, si è dimessa dal suo ruolo, ha chiesto pubblicamente scusa. Nonostante ciò, ieri è calata la mannaia del tribunale di Treviso: il giudice ha inflitto a Federica Barbon una condanna a due anni di reclusione (con pena sospesa) per il reato di peculato.
La donna è stata riconosciuta colpevole di aver sottratto alle casse del Comune diverse migliaia di euro. Secondo l’accusa (le indagini sono state condotte dal pubblico ministero Valeria Sanzari) la donna, approfittando del suo ruolo di impiegata nell’Ufficio ragioneria del Comune, sarebbe stata in grado di far confluire diverse somme su conti riferiti a lei o a suoi conoscenti con partite di giro e manomettendo i registri telematici del municipio. Somme relativamente basse, che però non sono sfuggite al controllo da parte della responsabile dell’Ufficio ragioneria, che si è accorta dell’ammanco quasi per caso. Le è finito in mano un documento cartaceo che ha fatto scattare l’allarme: nel foglio risultavano evidenti discrepanze tra i numeri a bilancio su carta e quelli telematici. Il Comune di Carbonera ha dato immediatamente avvio a un’indagine interna: in poche settimane è venuto alla luce il meccanismo di sottrazione del denaro ed è stato dato un nome e un volto al responsabile di quelle manomissioni nei conti che provocano alla donna vantaggi di tipo economico. Con le debite proporzioni, la tecnica utilizzata da Federica Barbon (difesa dall’avvocato Valentina Sartor) era molto simile (nei modi, ma non certo nella mole di denaro sottratto) a quella utilizzata da Loredana Bolzan, l’impiegata dell’Usl 9 che in pochi anni era riuscita a sottrarre alle casse dell’azienda sanitaria oltre quattro milioni di euro. Bolzan versava denaro dell’Usl a se stessa o a parenti e suoi conoscenti.
In Comune a Carbonera, conclusi i controlli interni, è scattata la denuncia alle forze dell’ordine e l’indagine da parte della magistratura. Il pubblico ministero Sanzari, a seguito dei risultati dell’inchiesta, aveva chiesto il rinvio a giudizio dell’impiegata del Comune, accusata di peculato e falsità materiale. Ieri è giunta la condanna a due anni di reclusione. Lo stesso Comune non si è costituito parte civile nel processo penale, visto che la madre dell'imputata aveva già risarcito l'ente pubblico per l'ammanco. Una volta venuto alla luce il caso, Federica Barbon si era dimessa dal suo ruolo. In corso di procedimento poi si era scusata pubblicamente per ciò che aveva fatto ai danni del Comune.
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