Pronto soccorso dell’Usl 7 è record di codici bianchi

CONEGLIANO. Su dieci persone che ricorrono alle cure del pronto soccorso di Conegliano o Vittorio Veneto, quasi sette escono con un “codice bianco”, pagando quindi un ticket di 25 euro. Rispettivamente, la loro percentuale è del 64,8 per cento a Conegliano, e del 67,9 a Vittorio (dati Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali): una media decisamente abnorme rispetto agli altri ospedali nazionali, tanto che i due presidi dell’Usl 7 si classificano rispettivamente quinto e quarto, tra 635 ospedali italiani, per la maggior percentuale di codici bianchi. Significa che su dieci persone in coda al pronto soccorso, sette potrebbero tranquillamente restarsene a casa: la stessa Usl 7 definisce i codici bianchi come «casi di nessuna urgenza, non gravi e risolvibili dal medico di famiglia o dallo specialista in ambulatorio». Per questo il lavoro a cui costringono medici e infermieri costa, al paziente, almeno 25 euro, al netto di altri eventuali esami specifici.
Ma possibile che i cittadini di Coneglianese, Vittoriese e Quartier del Piave siano i più ipocondriaci d’Italia, e ad ogni minimo dubbio decidano di rivolgersi al pronto soccorso? O dietro la percentuale abnorme di codici bianchi c’è la precisa volontà di far pagare tutte le prestazioni di urgenza minore (che magari altrove sarebbero “codici verdi”, non a caso ridotti ai minimi termini a Conegliano e Vittorio)? I medici di base si dividono, e raccolgono le testimonianze dei loro pazienti: «Qualche dubbio è lecito, bisognerebbe capire come fa l’ospedale ad attribuire il codice», commenta Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia e medico di famiglia nel suo paese. «Io non mando i pazienti al pronto soccorso senza motivi clinici fondati, e mi arrabbio se ci vanno senza chiamarmi. La brutta abitudine di andare al pronto soccorso senza un reale motivo c’è, ma vorrei capire a cosa si riferiscono tutti questi codici bianchi. Ho sempre pazienti che si lamentano per questo. Persone entrate come codice bianco, e tenute in osservazione (non in attesa) quattro ore. Di recente una persona con patologia tumorale, 39 di febbre e dolori alle gambe è stato accompagnato dalla moglie in ospedale: codice bianco anche lui. Queste attribuzioni andrebbero verificate, e non essere unilaterali». Secondo Szumski, l’aumento dei codici bianchi si spiega anche, almeno in parte, con l’aumento dei cittadini stranieri nei nostri paesi, che tendono a non passare prima dal medico di base.
Un altro medico di medicina generale, il pievigino Salvatore Cauchi, spiega che non ha senso giustificare l’elevata percentuale di codici bianchi solo con ragioni di ticket: «Anzi, l’Usl in molti casi ci rimette. Questo perché una persona che, per esempio, riferisce di sentire un particolare dolore da qualche parte, viene comunque sottoposta a tutti gli esami diagnostici del caso. Poi spesso non ha nulla, e paga i 25 euro di ticket: spenderebbe molto di più, invece, se prenotasse separatamente le varie visite specialistiche, e l’Usl ci guadagnerebbe in quest’ultimo caso. A volte i pazienti non vogliono aspettare dal medico di base e “scappano”, rifugiandosi subito al pronto soccorso».
I dati delle ultimissime ore confermano la tendenza. Dalle 15 di martedì alle 15 di ieri pomeriggio, dai pronto soccorso di Conegliano e Vittorio Veneto sono state dimesse (dati Usl 7) 182 persone: di queste, un codice rosso, 50 gialli, solo 14 verdi e ben 117 bianchi.
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