Prof sospesa a Palermo, 70 docenti dell'artistico di Treviso: "Denunciateci tutti"

TREVISO. «Fuori la politica dalla scuola»: i docenti del liceo artistico statale di Treviso alzano la voce per invocare libertà di insegnamento e di espressione. Settanta insegnanti trevigiani si sono «autodenunciati» firmando un appello solidale nei confronti di Rosa Maria Dell’Aria, la loro collega palermitana sospesa quindici giorni per omesso controllo su una ricerca dei suoi studenti in cui si tracciava un parallelo fra le leggi razziali del 1938 e il decreto sicurezza del ministro Salvini.
scuola e libertà. «La professoressa ha consentito agli studenti di esprimere il proprio parere» recita la lettera spedita al Miur e all’Ufficio Scolastico Regionale, «e per questo è stata ingiustamente sospesa. Si fa pubblica autodenuncia che al liceo artistico statale di Treviso sarebbe successa la stessa cosa, i sottoscritti consentono agli studenti di esprimere le loro opinioni e incentivano il libero pensiero, anche quando questi non sono condivisi e allineati al pensiero dominante. In virtù di questo, tutti i sottoscritti sono ugualmente colpevoli».
le docenti. «Ciò che è capitato a Palermo ci ha sorpresi» spiega una delle docenti firmatarie dell’appello, l’insegnante di Inglese Donatella Lanzarotta, «nel merito non ci sembrava che la collega meritasse una punizione da parte degli organi preposti, nel metodo - con la sospensione anche dello stipendio - ci sembravano spropositati i provvedimenti presi.
Vogliamo far capire che come docenti, al di là della politica, abbiamo un compito: insegnare e spiegare le cose, come previsto dall’articolo 33 della Costituzione. Non possiamo sentirci sotto attacco mentre portiamo avanti la nostra missione». «Quella docente non ha fatto nulla di strano» ribadisce la professoressa Giovanna Quarto, altra firmataria dell’appello, «nei suoi confronti è stato perpetrato un atto barbaro.
La professoressa ha lasciato che gli studenti esprimessero un parere, magari da discutere in classe. La nostra non è una questione politica nel senso partitico del termine, ma di difesa di una professione e dell’azione di tanti docenti che compiono il loro lavoro in maniera ineccepibile».
clima teso. L’episodio di Palermo è destinato a restare un caso isolato o è la spia di un “vento” cambiato? «Difficile da capire, di sicuro il clima che si respira in questo periodo non è dei migliori. La libertà di pensiero e di insegnamento vanno tutelate».
Cgil ha scritto a tutte le scuole trevigiane per chiedere una presa di posizione. «Anch’io avrei qualcosa da dire sulla qualità dal punto di vista storiografico del power point fatto da quei ragazzi» commenta Gianpaolo Sbarra, ex docente dell’artistico, «e probabilmente la professoressa lo ha fatto. Lei non ha plagiato gli studenti, che hanno fatto un’operazione autonoma. Ma il provvedimento successivo è stato un intervento di tipo politico-ideologico, che a scuola non va fatto mai. Se la situazione peggiorerà? La scuola è uno degli spazi di libertà che si autogarantisce: la risposta di professori e studenti è stata molto forte, si guarderanno bene dal fare altri interventi di questo tipo».
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