Processo troppo lento: reato prescritto Prosciolto il finto medico di San Polo

San Polo di piave. Era riuscito addirittura a contraffare un attestato dell’Università di Padova, compilandolo in ogni sua parte e con le proprie generalità, apponendovi anche una marca da bollo, per attestare la sua laurea in medicina e la sua conseguente iscrizione all’albo dei medici della provincia di Treviso. Il tutto per legittimare il suo incarico di medico chirurgo all’interno della palestra “Wat-Po” di San Polo di Piave dove eseguì una serie di interventi che solo un vero professionista avrebbe potuto effettuare. I fatti, al centro ieri dell’ennesimo processo a carico del pordenonese Antonio Zanetti, 49 anni, risalgono all’aprile del 2006: ben tredici anni fa. Troppi per poter arrivare ad una sentenza prima che i reati di esercizio abusivo della professione e falso cadessero in prescrizione. E ieri, dunque, il giudice Marco Biagetti ha prosciolto Zanetti dalla vicenda che lo legava alla palestra di San Polo con sentenza di non doversi procedere.
Eppure le denunce presentate da due donne, vittime del falso medico chirurgo che prestava la sua opera presso la palestra di San Polo erano molto pesanti. Ad una di loro, il falso medico aveva asportato con tecnica del laser una ciste all’altezza del naso e la bruciatura di alcuni capillari sul polpaccio e sulla parte posteriore della coscia e sulla gamba sinistra. Ad un’altra donna invece asportò, sempre con il laser, una ciste addirittura sulla fronte. Da allora, però, il processo ha avuto un iter troppo lento ed è giunto alla prescrizione.
Zanetti, nel corso di un’udienza dell’eterno processo caduto in prescrizione si era difeso a spada tratta, mantenendo le sue posizioni: «Io sono un professionista, in quanto nel 1993, con quasi il massimo dei voti, – aveva ribadito in aula Zanetti – sono diventato insegnante di educazione fisica a Padova, che all’epoca in comune con la medicina aveva parecchio perché avevamo gli stessi insegnanti. Poi ho continuato a fare dei corsi, già avevo esperienze di palestra da molti anni e quindi conoscevo un po’ la biomeccanica e anche la medicina: io sono un autodidatta e conosco l’omeopatia». Le denunce a carico di Zanetti sono innumerevoli, sempre per l’esercizio abusivo della professione di medico o di mestieri simili. Poco dopo il caso della palestra di San Polo, Zanetti ci riprovò aprendo un ambulatorio a Treviso in via Pancera. Nell’occasione assunse segretaria, organizzò un centro estetico, stampò e divulgò una valanga di volantini e biglietti da visita. «Specialista in medicina fisiatrica dermatologia e microchirurgia», c’era scritto nel biglietto da visita, dove sponsorizzava perfino visite «a domicilio». Non era certo intimidito Zanetti dalla paura di venir scoperto, visto che sul retro c'era una sfilza di indirizzi dove poter trovarlo senza problemi: a Venezia, presso uno studio a Canareggio: a Lignano, a Udine e Pordenone. Perfino a Cortina, nel centralissimo corso Italia, adiacente al Billionaire. A Treviso, però, la sua avventura durò solo poco tempo. A mettere i sigilli a quell'ambulatorio del sedicente dermatologo furono apposti nel 2007 da gli uomini della squadra mobile. Ma, ieri, il caso della palestra di San Polo non ha avuto conseguenze penali. —
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