Pro-Gest fa cassa: stabilimenti in vendita per ripianare il bilancio

Ecco il piano industriale: 60 milioni di euro dalle cessioni. L’azienda presenta ricorso contro la multa dell’Antitrust
POLONI ISTRANA 35° ANNIVERSARIO DITTA PRO.GEST A OSPEDALETTO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
POLONI ISTRANA 35° ANNIVERSARIO DITTA PRO.GEST A OSPEDALETTO AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

ISTRANA.. Cinquanta milioni, sessanta nella migliore delle ipotesi. Una vera boccata d’ossigeno per le casse di Pro-Gest, il colosso della carta di Istrana, alle prese con un 2019 difficile a causa delle condizioni del mercato e della multa (oltre 47 milioni di euro) comminata dall’Antitrust.

Soldi freschi che potrebbero, anzi dovrebbero entrare nelle casse del gruppo di Bruno Zago nel 2020, anno nel quale saranno messi in vendita alcuni “asset non fondamentali”, secondo il piano industriale, di fatto alcuni immobili che oggi l’azienda ha in pancia ma non sono ritenuti strategici.

Ricorso all’antitrust

È la prima risposta del gruppo trevigiano alle perplessità sollevate dalle due agenzie di rating, Moody’s e Standard & Poor’s, che nei giorni scorsi hanno declassato Pro-Gest rivedendo al ribasso il giudizio sul futuro dell’azienda.

Come sottolineato nei report delle agenzie, sono tre i nodi da sciogliere per garantire serenità al gruppo: la multa dell’Antitrust, il mercato in flessione nel primo semestre del 2019, lo stop alla cartiera di Mantova su cui Pro-Gest ha investito molto salvo ritrovarsi completamente bloccata a causa di grane burocratiche e giudiziarie. Su Mantova ci sono prospettive incoraggianti - è arrivato il via libera della Soprintendenza alla ripresa dei lavori ed è attesa a giorni la decisione finale da parte della Provincia.

È stato annunciato in questi giorni invece, che «l’azienda intende presentare istanza di sospensione - recita la nota diffusa dal gruppo - e contestare l’ammontare complessivo della sanzione, chiedendo, in parallelo, all’Agcm (Autorità garante per la concorrenza e il mercato) la rateizzazione del pagamento». In caso di esito negativo della richiesta, il gruppo sarà costretto a pagare per intero la sanzione entro maggio del 2020.

Le vendite

Pro-Gest non ha in programma investimenti rilevanti fino a tutto il 2020 in termini di immobili e di sedi: il management ritiene che «tutte le aziende del gruppo abbiano a disposizione immobili e impianti produttivi di assoluta avanguardia sul mercato italiano ed europeo e che consentano di confrontarsi con i concorrenti italiani ed europei con la massima efficienza tecnologica».

Non è ancora stato specificato quale o quali immobili saranno invece messi in vendita: «Si stanno considerando, con l’assistenza del nostro team di consulenti - continua Pro-Gest - eventuali rimborsi anticipati e/o dismissioni di asset non strategici, fra i quali un compendio immobiliare che potrà essere disponibile a inizio del 2020 per un valore complessivo tra i 50 e i 60 milioni di euro». Cifra che consentirebbe, di fatto, di coprire immediatamente l’ingente esborso (47,5 milioni) chiesto dall’Antitrust. —

 

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