Primo sì al concordato di Pasta Zara

Il Tribunale concede l’ammissione alle procedure di ristrutturazione del debito. Nominati tre commissari speciali 

RIESE PIO X. Primo sì del Tribunale di Treviso alla richiesta di concordato preventivo di Pasta Zara. Ieri la seconda sezione civile ha concesso all’azienda di Riese 136 giorni, come richiesto, per presentare «una proposta definitiva di concordato preventivo o di una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti». Quattro mesi che la famiglia Bragagnolo ritiene sufficienti per trovare partner validi a superare la crisi finanziaria che l’ha investita (il passivo è di oltre 230 milioni). La procedura di concordato riguarderà gli stabilimenti di Riese e Muggia (Trieste), mentre quello di Rovato (Brescia) fa riferimento a una società formalmente diversa, denominata Pasta Zara 3 Srl.

A giorni partirà anche il fondo di Veneto Sviluppo per le aziende in crisi: cento milioni entro settembre, di questi almeno una decina saranno investiti su Pasta Zara, per la quale, però, la finanziaria regionale agirà soprattutto nella mediazione con Sga per il rientro del debito bancario. Per i 500 lavoratori del gruppo, di cui circa 160 a Riese, quella arrivata ieri è una buona notizia: l’ammissione alla procedura di concordato permette, innanzitutto, di sbloccare gli stipendi che ad aprile erano rimasti congelati. Il primo via libera del Tribunale, arrivato ieri, era considerato un passaggio quasi scontato in attesa della vera partita, quella che si giocherà l’8 ottobre, data entro la quale andrà presentato il piano di ristrutturazione vero e proprio. In realtà il ritardo nella risposta (attesa per una decina di giorni fa) aveva fatto preoccupare sindacati e lavoratori, quindi il via libera di ieri rende più facile immaginare un futuro per l’azienda. Sono stati nominati dal Tribunale tre commissari giudiziali: Marco Parpinel, Lorenza Danzo e Danilo Porrazzo, professionisti che vigileranno su qualsiasi attività Pasta Zara compirà fino al termine previsto. L’azienda della famiglia Bragagnolo entra così in un periodo piuttosto rigido per quanto riguarda i movimenti finanziari: prima di compiere qualsiasi atto, anche se di ordinaria amministrazione, di importo superiore ai 50 mila euro, dovrà avvisare i commissari giudiziali. Su Pasta Zara, hanno rilevato i magistrati, non pende alcuna istanza di fallimento, frutto anche del “patto” tra azienda e fornitori stipulato nelle scorse settimane. La prossima data da segnare in calendario è quella del 5 giugno, quando si incontreranno Veneto Sviluppo, le forze sociali, la famiglia Bragagnolo e Friulia, che detiene una quota del capitale sociale dell’azienda trevigiana. Due giorni fa il presidente della Spa, Furio Bragagnolo, aveva emesso una nota per tranquillizzare i creditori e i clienti, spiegando che la società continuerà le attività produttive e commerciali nei tre stabilimenti del gruppo. Forti di un mercato che non ha voltato le spalle al marchio: la produzione nel primo trimestre 2018 è cresciuta del 14 per cento, le vendite dell’11 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

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