Prime multe nella Marca fino all’arrivo del ranger

In un locale del Veneto era arrivato il “Neosecco”, che spopolò in Germania Partono anche i controlli all’estero: chi sgarra rischia sanzioni da 20 mila euro
Tome Treviso consorzio di tutela della denominazione di orifine controllata del prosecco
Tome Treviso consorzio di tutela della denominazione di orifine controllata del prosecco

CONEGLIANO. Non che gli italiani siano meno furbi degli inglesi: prima, molto prima del prosecco “on tap”, anche qualche veneto (e qualche trevigiano) era stato sorpreso con le mani nella marmellata, anzi sullo spillatore, intento a riempire calici di bianco frizzante senza curarsi di aprire una bottiglia con etichetta e fascetta di Stato, come vorrebbe il disciplinare. Che siano italiani o inglesi, o di qualsiasi altro Stato in cui è venduto il prosecco, i consorzi di tutela Doc, Docg e Colli Asolani hanno schierato una vera e propria task force anti contraffazione, che negli ultimi anni sta lavorando a pieno regime.

L’ultimo caso di prosecco alla spina riguarda l’Inghilterra, ma succedeva anche in Veneto, e anche a Treviso. Non è certo l’unica tipologia di frode messa in atto, spiega il Consorzio di Tutela Prosecco Doc, e per questo la vigilanza è sempre al massimo: «Si tratta di un impegno gravoso, che ci tiene occupati costantemente – spiega il presidente, Stefano Zanette – non sottovalutiamo questi aspetti perché capiamo il danno che provocano, e lavoreremo sempre di più per prevenire le frodi». In Italia, nel 2012 il suo consorzio ha introdotto un “Agente vigilatore con qualifica di agente di pubblica sicurezza”, il classe 1985 Andrea Battistella.

Oltre a controllare i punti vendita (negozi, bar, ristoranti, enoteche) e rilevare eventuali irregolarità nella commercializzazione del prosecco, l’agente, subito ribattezzato “Ranger del prosecco”, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria segnala alle autorità preposte eventuali irregolarità al fine di porvi rimedio. Quindi, a seconda della natura dell’illecito – amministrativa o penale – esso viene segnalato all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (Icqrf) ed eventualmente al giudice di pace. Battistella lavora ormai da più di due anni, e ha portato a casa diversi risultati: le multe vanno dai 2 ai 20 mila euro.

Un esempio? Anche in un esercizio pubblico del Veneto era arrivato il “Neosecco”, prosecco tarocco di moda in Germania prima dell’intervento del consorzio. E in Inghilterra? Manca un omologo di Andrea Battistella che giri i pub del Regno Unito per scoprire chi spilla prosecco. Non manca, però, una diffusa rete di collaborazione che comprende gestori di locali, consumatori, giornalisti. Tutti sono chiamati a segnalare presunte irregolarità. I controlli, spiega sempre il Consorzio Prosecco Doc, partono alla frontiera. In Inghilterra, come per altri Stati, è attiva una collaborazione con l’Agenzia internazionale delle dogane, Europol e Interpol. Quando, alla dogana, secondo gli ispettori qualcosa non funziona, questi scattano una fotografia (della bottiglia) che viene inviata in tempo reale ai tecnici del consorzio. I quali decidono se il prodotto può essere importato o meno in Inghilterra come prosecco. E di solito, quando arriva la fotografia, è perché qualcosa non quadra nell’etichetta, o nel nome.

Per quanto riguarda le verifiche all’interno degli esercizi pubblici, invece, al posto del “Ranger del prosecco” sono attive una serie di collaborazioni (remunerate) con specifiche agenzie che effettuano i sopralluoghi, e in caso di presunto illecito lo segnalano alle forze dell’ordine. Queste sono tenute a far rispettare le normative comunitarie, quindi anche per i bar inglesi che spillano prosecco le multe possono variare da 2 mila a 20 mila euro. Infine, il Progetto Opson, attivo in 29 Paesi. Si tratta di un’iniziativa transnazionale di controllo alla contraffazione agroalimentare, con una rete di controllo a beneficio dei consumatori. È a questi che pensa il consorzio, quando è costretto a usare la mano pesante: perché chi acquista prosecco (Doc, Docg o dei Colli Asolani) deve essere sicuro di acquistare un vino prodotto in determinati luoghi, secondo una determinata “ricetta”, e imbottigliato come da disciplinare. (a.d.p.)

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