Prima il matrimonio: funerale sfrattato

A Santa Lucia nozze e cerimonia funebre fissate nella stessa chiesa e alla stessa ora: slitta l’addio di Carmelo Baglione

SANTA LUCIA DI PIAVE. Gli esperti si sono sbizzarriti in interpretazioni diverse di che cosa significhi sognare un funerale e un matrimonio che si svolgono contemporaneamente. Per la famiglia Baglione invece è stato un incubo quello vissuto sabato, giorno in cui, alle 11, nel Duomo di Santa Lucia, si sarebbe dovuto tenere il funerale del loro amato Carmelo, mancato improvvisamente giovedì, a 69 anni. Si sarebbe dovuto tenere, appunto, perché in realtà così non è stato. In quello stesso giorno, alla stessa ora, in quella stessa chiesa, era infatti in programma da circa un mese anche un matrimonio tra una giovane coppia di Santa Lucia. Una coincidenza inspiegabilmente sfuggita fino a poche ore dall’inizio della cerimonia, o meglio, delle cerimonie.

«Ci siamo messi in viaggio verso Mestre per andare a prendere la salma di mio padre e poco dopo, alle 8.30, siamo stati raggiunti da una chiamata del parroco che si scusava con noi e ci diceva che il funerale si sarebbe dovuto tenere nella chiesa di Sarano perché c’era stato un accavallamento con un matrimonio», racconta Domenico Baglione, uno dei figli di Carmelo. La famiglia, incredula e profondamente colpita dal dolore, prima accetta, ma poi si rende conto che non avrebbe rispettato la volontà del defunto se la cerimonia si fosse tenuta in un’altra sede anziché in quella chiesa a pochi passi dalla quale Carmelo si era trasferito 13 anni fa per svolgere il suo lavoro di assicuratore. «Io ho detto che saremmo arrivati alle 11», spiega Domenico.

A fare da intermediario ci ha provato il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, che ha contattato a sua volta i famigliari per scusarsi dell’errore e per cercare di convincerli ad accettare un’alternativa. Alla fine la soluzione si è trovata: il funerale si sarebbe celebrato dal vescovo in persona due ore più tardi, alle 13. Le onoranze funebri Lombisani hanno riprogrammato il rito, ma l’odissea per i cari di Carmelo non è finita qui: per aspettare che la chiesa fosse spogliata dagli addobbi nuziali il corteo funebre sarebbe stato costretto a una lunga deviazione verso Conegliano. Nel frattempo, mentre davanti all’altare la coppia di innamorati si giurava amore eterno, fuori, sul sagrato, a un altro dei figli di Carmelo è toccato il compito di avvisare amici, parenti e conoscenti, giunti fin lì per dare l’ultimo saluto allo stimato assicuratore, che avrebbero dovuto aspettare. «Ero incredulo», racconta Domenico, «mi sembrava una cosa così fuori dal mondo che non potesse essere vero». Quello che ha ferito la famiglia Baglione è che non si sia proposto agli sposi di cambiare chiesa per scambiarsi la loro promessa, anziché a chi era già stato profondamente provato. «In questo caso», dice Domenico, «si tratta di toccare il dolore delle persone».

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