Previmedical, via allo sciopero In cento davanti al municipio

Un centinaio di lavoratrici e lavoratori di Previmedical in sciopero hanno manifestato ieri fuori dai cancelli del polo assicurativo di Borgo Verde a Preganziol e davanti al municipio. La battaglia dei “mancati colletti bianchi” continua: la mobilitazione avviata il 20 settembre scorso è sfociata ieri nel primo sciopero, proclamato dalla Cgil e durato per l’intera giornata lavorativa di 8 ore. Cosa chiedono lavoratori e sindacati? Il nocciolo principale della questione riguarda l’inquadramento contrattuale. «Stessa mansione, stessa retribuzione» è lo slogan che risuona più forte durante il sit-in sul lato est del Terraglio.
Dei 400 lavoratori del polo Previmedical (compresa la controllata Cassa Rbm Salute) una parte ha firmato il contratto del settore assicurativo (Ania), altri invece sono rimasti “inchiodati” al meno remunerativo contratto del commercio. «La differenza» spiegano i lavoratori «è di 280 euro al mese in meno (sul quarto livello), tredicesima e quattordicesima inclusa. Più altre agevolazioni, che riguardano l’orario di lavoro».
Accade così che il compagno di scrivania, o la compagna, possa portare a casa qualche migliaio di euro in più all’anno: «Facendo praticamente lo stesso lavoro» spiegano i manifestanti. «Siamo arrivati allo sciopero perché l’azienda ha fatto finta di trattare fino a questo momento» commenta la delegata dalla segreteria provinciale della Cgil di Treviso, Nadia Carniato, «a dicembre eravamo in una fase decisiva della trattativa e si è sfilata».
«Tutti i lavoratori» spiega Carniato «erano qualificati al quinto livello commercio, la nostra battaglia ha fatto sì che circa 66 passassero a un livello giusto e corretto, ma la nostra battaglia continua affinché anche tutti gli altri abbiano l’applicazione del livello che meritano. Sono sotto pagati, hanno professionalità molto alte: non sono centralinisti, non sono call center, sono lavoratori con livelli di preparazione importanti e l’azienda non lo sta riconoscendo».
Tra i manifestanti in segno di solidarietà c’era anche qualcuno che il contratto Ania, quello del settore assicurativo, l’ha ottenuto, altri hanno preferito presentarsi puntuali al lavoro. L’adesione allo sciopero è stata comunque più che soddisfacente secondo Cgil. I cori di protesta erano quasi tutti al femminile: «Circa il 70% dell’azienda è composto da donne che sono minacciate sul fatto di rinnovare di anno in anno il contratto part-time, necessario per ragioni di vita e per la gestione della famiglia» spiega Carniato «siamo dell’idea di dover fare emerge questa situazione anche con le associazioni che si occupano di temi di genere».
Marco Vecchietti, amministratore delegato di Cassa Rbm Salute e Roberto Favaretto, presidente di Previmedical, per ora non hanno voluto commentare. Si è presentato tra la folla per un breve colloquio con alcuni lavoratori il sindaco di Preganziol Paolo Galeano: «Come amministrazione seguiamo con attenzione la vicenda, questa azienda rappresenta uno dei maggiori investimenti occupazionali registrato negli ultimi anni nel nostro territorio, ci sono tante persone coinvolte in questa vertenza, auspichiamo che si trovi il prima possibile un equilibrio tra le parti». —
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