Prende il fucile al nonno e si uccide, aveva 23 anni

MONTEBELLUNA. Un altro giovane che ha scelto di togliersi la vita. A soli 23 anni. Sparandosi con il fucile del nonno quando è stato solo in casa. È accaduto ieri a Montebelluna, in vicolo Colombera 8, a Contea. Giulio Piovesan, 23 anni, figlio dell'ex consigliere comunale della lista “Montebelluna Nuova”, Gianni Piovesan, ha atteso di essere solo in casa, è andato dal nonno che abita al di là della strada, con uno stratagemma si è preso il fucile da caccia, è tornato a casa, è salito nella sua camera, ha mandato un paio di sms e poi si è sparato. Quando i soccorsi sono giunti in via Colombera ormai non c'era più nulla da fare: il ragazzo era morto. I motivi del gesto? Probabilmente l'oscuro male di vivere. Non aveva ancora lavoro il giovane, o meglio in passato, dopo aver fatto la scuola privata New Cambridge, aveva lavorato per una ditta che si occupa di motori e quindi aveva avuto vari contatti con l'estero, ma poi l'impiego era cessato, sembra che stesse meditando di partire per il Canada, ma non aveva dato segni di tensione, di paura, di stanchezza, di depressione. Gli amici dicono che era sereno, tranquillo, anche nei giorni scorsi. Ieri mattina il papà Gianni era uscito per fare la spesa, la mamma Rossana era al lavoro, la sorella Valentina, sposata, abita altrove. Quando è stato da solo Giulio Piovesan è andato a trovare il nonno 83enne che abita al di là della strada. Gli ha raccontato che voleva entrare nell'esercito e gli ha chiesto di vedere il fucile per capire un po' di armi. Il nonno, ignaro delle intenzioni del nipote, è andato a prenderlo dove lo teneva nascosto e glielo ha fatto vedere. Poi ha rimesso al suo posto il fucile da caccia. Ma evidentemente Giulio era stato attento a dove veniva riposto il fucile e di nascosto dal nonno lo ha preso e se lo è portato a casa, è entrato in casa, è salito in camera, si è seduto sul letto e ha preso in mano il cellulare. Ha mandato due sms: uno indirizzato ad un amico, Leonardo Fregona, un altro a un’amica che abita a Padova. Due lunghi messaggi, il cui succo era questo: «Quando leggerete quel che ho scritto io non ci sarò più». I due amici destinatari dello stesso sms si sono allarmati, si sono parlati al telefono preoccupati e Leonardo Fregona, dopo aver inutilmente provato a contattarlo per telefono, ha preso la macchina ed è corso a casa dell'amico. La porta era aperta, è salito in camera, ha aperto la porta e ha visto una scena che non avrebbe mai voluto vedere: Giulio Piovesan era disteso a letto in una pozza di sangue, accanto a lui il fucile: si era sparato in bocca. Il giovane ha subito dato l'allarme, in vicolo Colombera sono arrivati i soccorritori del Suem e i carabinieri di Montebelluna. Inutile l'intervento del Suem: il giovane era già morto. I carabinieri hanno visto il telefono ancora acceso accanto al corpo, hanno visto che aveva mandato i due messaggi che più di ogni altra cosa spiegavano cosa era successo verso le 10 in quella casa a Contea.
I familiari hanno autorizzato l’espianto di tessuti e cornee di Giulio. La tragica notizia si è subito diffusa in città, è arrivata anche alla senatrice Laura Puppato, che conosceva il giovane e il cui padre aveva fatto parte della sua maggioranza quand’era sindaco. «Sono sconvolta, conoscevo Giulio, un ragazzo squisito –dice la senatrice mentre è in Commissione Antimafia– penso che tornerò al più preso a Montebelluna per essere vicina ai suoi genitori». Ai quali ha subito mandato questo messaggio: «Sono lontana ma vorrei abbracciarvi forte e stare con voi per condividere un dolore immenso, inaudito. Che non posso neanche immaginare. Non fatevi colpe, vi prego. La vita per i nostri ragazzi non è facile nonostante il nostro amore».
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