Pranzo nuziale a scrocco Sposo e testimone nei guai

CASTELFRANCO. Pranzo di matrimonio. Un bel centinaio di invitati. Ristorante di grido, il “Tamburello” di Castelfranco Veneto. Gran festa, insomma, come da tradizione. Peccato che poi il conto (dodicimila euro) sia stato pagato con un assegno scoperto. Carta straccia. Ora lo sposo e il testimone di nozze (quest’ultimo autore materiale del pagamento) sono a processo per insolvenza fraudolenta.
Una vicenda che può far sorridere. Non il ristoratore, però: dopo aver versato un acconto da 500 euro, gli sposi hanno saldato il costo del pranzo di nozze con un assegno scoperto. Materialmente è stato il testimone dello sposo, Antonio Variba, a effettuare il pagamento. In base a ciò, la difesa di Mattia Puligheddu, rappresentata dall’avvocato Silvia Biscaro, professa l’innocenza del novello marito: non ha pagato lui e non poteva sapere che l’assegno del suo “compare” fosse scoperto.
A chiarire andamento dei fatti e responsabilità sarà ora il giudice. A meno che non si arrivi a un clamoroso tacito ritiro della querela vista l’assenza perdurante del ristoratore a processo: l’uomo è in Russia da qualche tempo per motivi personali e non sembra intenzionato a tornare. La prossima udienza servirà a fare chiarezza su una vicenda che si trascina ormai da cinque anni: era l’ottobre del 2008, infatti, quando si celebrò questo matrimonio clamorosamente a scrocco al “Tamburello”. A presentare la denuncia fu lo stesso ristoratore, che però non è mai comparso davanti al giudice quando è stato chiamato a testimoniare. Un comportamento che potrebbe costargli caro. Dodicimila euro, per la precisione.
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