La chiesetta nel mirino del vandalo riaprirà con la videosorveglianza
A Ponte di Piave, dallo scorso luglio è inutilizzata a causa dei continui attacchi: affissioni, lancio di uova, persino roghi e carne marcia nascosta

La storica e preziosa chiesetta del borgo di Sottotreviso, chiusa al culto dai primissimi giorni dello scorso mese di luglio, verrà aperta nuovamente tutti i giorni non appena sarà installata una telecamera per i necessari controlli. Fino a quel momento continuerà a essere celebrata solo una messa con cadenza settimanale.
In un comunicato ufficiale, divulgato nel bollettino settimanale, la parrocchia San Tommaso di Canterbury di Ponte di Piave, nella persona del parroco don Antonio Ziliotto e del consiglio pastorale, prende posizione su una preoccupante vicenda che, ormai da troppi mesi, è all’attenzione dei fedeli, ma, più in generale, di tutti i residenti nel comune, oltre che dei carabinieri, della polizia locale e delle autorità comunali.
Gli attacchi
La chiesetta di borgo Sottotreviso, miracolosamente scampata ai bombardamenti di due guerre mondiali, da qualche tempo viene presa di mira da atti vandalici, alcuni inquietanti, che vengono riportati e raccontati nel citato comunicato parrocchiale: «Nei primi giorni di luglio abbiamo constatato un principio di incendio, risolto dall’intervento di un parrocchiano, a causa di una lampada che aveva preso fuoco. Dopo pochi giorni, prima della celebrazione della messa del primo sabato di luglio abbiamo trovato sotto la sedia riservata al sacerdote e davanti al tabernacolo un recipiente con acqua e della carne marcita. Il giovedì precedente, prima della chiusura qualcuno aveva acceso un profumatore per confondere gli odori provenienti dall’intruglio che lui stesso aveva lasciato».
Nel bollettino viene spiegato che «se l’incendio poteva essere condotto a una fatalità, oppure a una distrazione, il ritrovamento della carne marcia è sicuramente un atto volontario di profanazione molto grave». Nel comunicato si aggiunge che, sullo stesso piano della profanazione, vanno inseriti anche «lo sfregio di alcune statue sacre, l’appendere cartelli sui muri della chiesa».

La chiusura
Da settimane, infatti, con cadenza praticamente giornaliera vengono incollati sulla facciata della storica chiesetta cartelli e volantini di varia misura che attaccano il parroco don Antonio Ziliotto per avere deciso la chiusura del piccolo luogo di culto. La scorsa settimana la stessa mano ha posizionato, in modo non facilmente amovibile, anche la fotografia di un macabro scheletro nero.
Per queste ragioni, lo scorso 22 luglio, il consiglio comunale di Ponte di Piave, all’unanimità, aveva votato un ordine del giorno di condanna di questi atti e di totale vicinanza a don Antonio Ziliotto, sacerdote stimatissimo e molto ben voluto. Per la prima volta nella storia del Comune, al momento della discussione e della votazione il municipio aveva, a scopo cautelativo, gli ingressi controllati da carabinieri e da agenti della polizia locale.
Il bollettino parrocchiale si chiude riferendo l’ultimo fatto vandalico: «Lunedì 8 settembre, all’apertura della chiesetta per la messa, abbiamo trovato la serratura manomessa e siamo stati impediti a entrare». E così don Antonio, con i fedeli, si è trasferito nella chiesa parrocchiale che, anch’essa, in precedenza era stata oggetto di episodi condannabili, come pure la vicina canonica bersagliata, la notte di Ferragosto, con una decina di uova marce.
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