Ponte di Fener, piloni scoperti: la Provincia di Treviso manda i tecnici

SEGUSINO. La recente ondata di maltempo ha lasciato il segno, e non solo negli scantinati e nei magazzini delle fabbriche. Ora che le acque si sono ritirate il ponte di Fener, quello che collega destra e sinistra Piave, e i comuni di Pederobba e Alano a Segusino, sta mostrando il suo lato più sinistro: le fondamenta dei piloni. Le foto, scattate e postate sulla pagina facebook “Sei di Segusino se...”, stanno facendo discutere e destando qualche preoccupazione. Ciò che esibiscono, solitamente, si trova sott’acqua o sepolto dalla ghiaia; la prima ha diminuito notevolmente la sua portata, la seconda è stata spostata dalla furia del Piave. Il risultato, stando ad alcuni utenti dei social, è inquietante.
LA PROVINCIA AVVIA VERIFICHE. Il sindaco Gloria Paulon, la quale dichiara di aver visto le fotografie e nel contempo di non essere a conoscenza di particolari criticità strutturali del manufatto, rimanda la questione alla Provincia, ente competente in materia. Dagli uffici di Sant’Artemio fanno sapere che sono in corso verifiche tecniche volte a stabilire la generale situazione di salute del ponte di Fener che, peraltro, non risulta incluso nella lista dei “sorvegliati speciali”. Tuttavia una cosa è certa: la violenza dell’acqua, scesa copiosa la notte del 30 ottobre scorso, e per molti giorni a seguire, ha trascinato a valle una gran quantità di ghiaia. Ora che la situazione è tornata alla normalità e il fiume ha ripreso a scorrere quieto, restano evidenti i segni del suo passaggio rabbioso: è come se il Piave avesse graffiato la struttura che lo attraversa, mettendo a nudo i basamenti dei piloni.
AFFIORANO LE “PALANCOLE”. È pure venuta alla luce una “collana” di elementi metallici, che le foto postate su facebook immortalano chiaramente, ma che non avrebbero nulla di allarmante; si tratta infatti delle così dette “palancole”, componenti strutturali che vengono infissi nel terreno, al di sotto del piano di scavo, per perimetrare l'area delle pile (profonde una ventina di metri). In ogni caso la Provincia di Treviso ha già provveduto a mettersi in contatto con Veneto Strade. Quanto prima i basamenti saranno ricoperti. Il primo cittadino di Segusino si sente di tranquillizzare la popolazione: «In quegli scatti – afferma – si vede anche ciò che resta del vecchio ponte».
UN MILIONE E MEZZO DI DANNI. Intanto l’amministrazione comunale di Segusino rivolge la sua attenzione più a monte, nell’area finita sott’acqua a fine ottobre, mettendo in ginocchio una quindicina di fabbriche. È ancora in corso la ricognizione dei danni: «La cifra – dice la Paulon – si aggira intorno al milione e mezzo di euro». Mentre le aziende hanno ripreso l’attività, il sindaco sta lavorando con il Genio Civile per capire come intervenire sugli argini del Piave per impedire nuove e disastrose esondazioni: «È importante mettere in sicurezza la zona industriale – aggiunge – perché sembra che il fiume abbia deviato il suo corso, esponendo maggiormente Segusino». Si tratterà di capire se e come intervenire; sull’alveo, sulla provinciale rialzata o allungando l’argine esistente in muratura, costruito dopo l’alluvione del ’66? La soluzione è all’esame dei responsabili del Genio.
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