Piscina Zambon, ecco i rifiuti interrati

I risultati dei rilievi effettuati dopo la denuncia di inquinamento ambientale: erba sintetica, taniche, detriti di ogni tipo

Eccoli qui i rifiuti: rotoli di vecchia erba sintetica, plastiche, taniche di gomma, detriti di ogni genere. Sono appoggiati sul parquet che riveste l’ex piscina coperta del Tennis Zambon. Sono ancora sporchi di terra e fango perché fino a una quindicina di giorni fa erano nascosti sotto un metro e più di terra, dentro l’invaso della vecchia vasca da 25 metri che occupava l’ala nord dell’impianto sportivo. Area che oggi è al centro dell’accusa di inquinamento ambientale mossa all’ex campione di Tennis Bepi Zambon e al suo socio Guido Furlanetto.

I rifiuti sono usciti da una fossa di un metro per due, profonda circa 150 centimetri, scavata nel mezzo dell’ex piscina oggi coperta da parquet: si tratta della buca scavata dagli investigatori per verificare l’esistenza della discarica denunciata da una lettera anonima recapitata al comando dei vigili a fine ottobre. Alla missiva erano allegate dieci fotografie che documentano la sepoltura dei detriti. Gli stessi che oggi sono accumulati in quattro diversi mucchi, distinti per profondità alla quale sono stati rinvenuti. A 65 centimetri, dopo aver spaccato il fondo di quella che avrebbe dovuto essere la nuova palestra, lo scavatore ha portato alla luce terra, calcinacci e grandi fogli di plastica nera. A quota 80 centimetri, alla plastica e alla terra si sono aggiunti pezzi di vecchie coperture sintetiche, gli stessi che riempivano praticamente tutta la fascia che da lì sprofondava ai 40 centimetri sotto. Il carotaggio indicato con il foglietto dei 120 centimetri (e visibile in foto) ha portato alla luce i rotoli di erba sintetica che una volta ricoprivano i campi da calcetto e taniche bianche di plastica usate durante i lavori di ristrutturazione dei locali adiacenti la nuova palestra (considerati abuso edilizio). Oggi, il giudice dovrà esprimersi sull’istanza di dissequestro dell’area fatta dallo sporting.

Argomenti:rifiuti

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso