Pieve di Soligo, perde il lavoro e riapre la storica bottega del padre

PIEVE DI SOLIGO. Aveva chiuso i battenti nel 2004, dopo 97 anni di storia. Adesso sta per riaprire perché il proprietario, dopo aver perso il suo lavoro da impiegato, ha deciso di proseguire l’attività di famiglia e tagliare il traguardo dei cent’anni.
Nel tempo dei centri commerciali, a Pieve di Soligo c’è una bottega di alimentari che, chiusa tredici anni fa, riapre. Il negozio è un pezzo di storia pievigina: si trova in via Vaccari 12, in pieno centro storico. Aperta nel 1907 come semplice forno aveva dovuto chiudere il primo marzo 2004, dopo 97 anni di ininterrotta attività.
«Nel 2007 si sarebbe celebrato il centesimo anno di attività ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta - spiega emozionato Giuseppe Venier -: adesso, a 56 anni, riprenderò da dove tutto si era interrotto per portare avanti la tradizione di famiglia».
Così, tra qualche settimana e dopo tredici anni di chiusura, la bottega di alimentari riaprirà nello stesso luogo.
La storia di questa piccola bottega inizia alla fine dell’Ottocento quando il bisnonno di Giuseppe, Tommaso, si trasferisce da Azzano Decimo a Pieve di Soligo. Nel 1907 i tre figli di Tommaso (Giuseppe, Angelo ed Andrea, quest'ultimo nonno di Giuseppe) acquistano dalla famiglia Bon il forno di Pieve di Soligo e l'annessa osteria.
Il ragionamento è semplice: «el pan, anca in temp de crisi, i lo magna sempre» (il pane, anche in tempo di crisi, si mangia sempre). Nel maggio del 1933 l'osteria viene riconvertita a negozio di alimentari e così rimarrà fino al marzo 2004. «Dopo la morte di mio padre nel 2005 - racconta Giuseppe, figlio di Angelo, ultimo storico titolare dell'attività - c'è sempre stata la voglia di riaprire, ma essendo questa una proprietà indivisa vi erano delle "noie burocratiche" da risolvere che ora sono state sistemate. Oltretutto mesi fa ho perso il lavoro e trovare un impiego a 56 anni non è per niente facile, se non impossibile - continua Venier - Lavoravo come impiegato in una ditta locale del settore del mobile che però è fallita. Ho cercato invano un altro lavoro fino all'anno scorso, ma non sono riuscito nemmeno ad avere un colloquio, così ho deciso di rimboccarmi le maniche e di ripercorrere le gesta di famiglia».
Il nuovo negozio riaprirà proponendo alla clientela prodotti di eccellenza di piccole aziende del territorio; articoli caseari di nicchia, fuori dalla rete della grande distribuzione che fungeranno da minimo comun denominatore, come è sempre stato, nella filosofia tramandata dai Venier. Il tutto all'interno di un edificio che profuma di inizio Novecento, in cui il tempo sembra essersi fermato: dall'arredamento dell'epoca in verde porfido; ai ripiani su cui sono esposti vecchi contenitori in latta di caramelle degli anni '40, quando i dolciumi non erano venduti in stick ma al pezzo; ai listini in lire degli anni '60. Un ambiente davvero affascinante che rievoca il nostro passato. Il primo grande in bocca al lupo arriva direttamente dal sindaco, Stefano Soldan: «Spero vivamente che grazie a Giuseppe ritorni il forno a centro paese come lo era una volta. In questo periodo, in cui prevale la tendenza del centro commerciale, far rinascere i centri storici con attività artigianali come questa, dove trovare la tanto agognata qualità dei prodotti, può essere l'unica alternativa al supermarket ed un valido strumento per riportare le persone a rivivere le nostre piazze».
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