Pieve del Grappa è Città del Tartufo, l’esperto: «Un tesoro che avevamo perso»
Unica in Veneto, la nomina arriverà ad Alba, sancendo la rinascita. Ceccato: «Grazie alla riforestazione da una decina d’anni è stato recuperato»

Pieve del Grappa potrà fregiarsi del titolo di Città del Tartufo, in questo caso del tartufo nero del Grappa: l’annuncio è stato dato venerdì 14 novembre in occasione del terzo appuntamento di “Recantina & Tartufo del Grappa”, manifestazione enogastronomica ideata dalla Strada del Vino Asolo e Montello, che ha fatto tappa al ristorante I Torretti a Pagnano d’Asolo.
L’inserimento di Pieve e del massiccio del Grappa tra le Città del Tartufo dovrebbe avvenire nei prossimi giorni ad Alba, e sarebbe il compimento del recupero di una tipologia che era di fatto scomparsa da un centinaio d’anni ma che precedentemente costituiva una prelibatezza, per il suo gusto delicato che non copre gli altri aromi.
«È testimoniato» ha spiegato l’esperto Bruno Ceccato, «che a Crespano nel 1780 c’era una fiera del tartufo, mentre è datato 1820 un prezzario su questo prodotto. Sta di fatto che dal 1920 il Tartufo del Grappa è pressoché sparito a causa del forte disboscamento che ha interessato l’area del massiccio. E senza alberi, non c’è tartufo. Il rimboschimento in particolare con alberi autoctoni come faggi e lecci, lo ha visto a poco a poco riapparire. E circa dieci anni fa è nata l’associazione Tartufo del Grappa, che ha fatto tornare sulle tavole il “diamante nero”».
I tipi di tartufo
In Veneto esistono quattro tipologie di tartufo: oltre a quello del Grappa, quello del Monte Baldo, dei Berici/Euganei e il Bianchetto del Polesine: per quello del Grappa la “produzione” è di circa due quintali l’anno e si è conquistato una sua precisa peculiarità nel panorama nazionale.
«Per noi è un’ottima notizia quella di poter essere tra le Città del Tartufo» dichiara il sindaco di Pieve Annalisa Rampin, «è un ulteriore riconoscimento al nostro territorio che in questi anni ha fatto passi da gigante per quanto riguarda la sua promozione, che in gran parte riguarda proprio il settore vitivinicolo e gastronomico».
«I numeri sono già importanti» aggiunge Simone Rech presidente della Strada del Vino Asolo e Montello, «parliamo di 300 mila presenze nei 18 comuni dell’Asolano-Montello: un turismo che vuole fare esperienza di gastronomia. Da qui l’impegno a proporre due riscoperte: il tartufo, appunto, insieme alla Recantina Doc Asolo Montello». —
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