Piazza Pola, venduta la Banca d’Italia Il palazzo alla Baccini per 6 milioni

La trattativa finale a Roma pochi giorni fa. Tra le offerte c’er anche quella della “Evoluzione” di Giuliana Benetton
borin agenzia fotofilm treviso ex sede banca d'italia piazza pola
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Treviso si prepara ad assistere ad una nuova grande operazione immobiliare in pieno centro. A firmarla sarà il gruppo Baccini, ex titolare dell’omonima impresa di Olmi specializzata nel fotovoltaico. Sua l’offerta che si è aggiudicata l’asta indetta dalla Banca d’Italia nel luglio scorso per la vendita dello storico palazzo che affaccia su piazza Pola. Per mettere la parola fine all’asta mancano solo i timbri del notaio, ma l’affare può dirsi praticamente già concluso dopo la seduta della commissione giudicatrice avvenuta a Roma a inizio settimana.

Era una seduta su invito, vi partecipavano tutti i privati che entro l’ottobre scorso avevano formalizzato l’interesse all’acquisto rispondendo al bando della Banca d’Italia. Dopo l’analisi delle proposte tecniche era il momento di “vedere” le offerte economiche, fino a prima top secret. Tre quelle sul piatto, tutte da colossi finanziari o edili trevigiani. C’era quella della Baccini, quella della Pesce Costruzioni e quella del fondo “Evoluzione” di Giuliana Benetton intenzionato ad allargare le proprietà di famiglia in centro storico dopo l’acquisto dell’ex Tribunale e della cittadella Finanziaria di via Canova.

A vincere la proposta di acquisto formalizzata dall’impresa che oggi si occupa di brevetti e start-up nel campo energetico: circa 6 milioni sulla valutazione base fatta dalla Banca d’Italia per l’immobile pari a circa 5,5 milioni. Un brutto colpo per Evoluzione, ma anche per Pesce che probabilmente sperava di ampliare l’offerta di residenziale pregio in città. Chiuso da oltre due anni, il palazzo fu costruito agli inizi dell’Ottocento dalla famiglia Salsa, allargandosi poi a tutto lo stabile che sorge lungo via Paris Bordone. Vale la bellezza di 3.260 metri quadrati in pieno centro storico con destinazione mista: direzionale, commerciale, residenziale e ricettivo.

Una unicità nel cuore della città, equiparabile forse solo all’ex tribunale affacciato in piazza Duomo. Di qui l’interesse all’acquisto dei grandi gruppi, già pronti ad avviare un oneroso piano di restauro e rivisitazione degli interni un tempo adibiti a uffici e depositi finanziari. Adesso la domanda a cui non c’è ancora risposta è quella legata al futuro del grande palazzo. Le destinazioni urbanistiche sono diversificate, e c’è la possibilità di chiedere ed ottenere modifiche. Per sapere quale sarà il destino dell’immobile, e il profilo futuro di piazza Pola non resta che aspettare, ed affidarsi magari all’unico precedente cittadino firmato Baccin. La fedele riqualificazione di Palazzo Manin.

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