Piano della Diocesi: vendere casa Toniolo

Progetto di fattibilità, costruttori e impresari visitano l’immobile. Gli attuali inquilini? In seminario. Ma tutto è stato bloccato
Passertini agenzia foto film treviso casa toniolo
Passertini agenzia foto film treviso casa toniolo

Cosa ci facevano, nella scorse settimane, fior di costruttori e impresari edili a casa Toniolo, sede delle associazioni cattoliche della Diocesi di Treviso e della redazione del settimanale diocesano «La vita del Popolo»?

Il viavai è stato incessante, assicurano i bene informati, Con nomi molto noti della città, della provincia e anche dalle province vicine.

Tutti interessati a alle potenzialità edificatorie ed urbanistiche del palazzo, che sorge in una posizione strategica del centro storico, a due passi da piazza Duomo, affacciato sul Siletto, nel cuore di una della zone più antiche di Treviso, ahimè distrutta dalle bombe del 7 aprile 1944.

La Diocesi, all’inizio del 2017, ha dato incarico ai suoi uffici si donare il mercato immobiliare. Per valutare la fattibilità di un piano di vendita del palazzo, eretto nel dopoguerra e simbolo della rinascita della città e in particolare dell’intera comunità cattolica diocesana.

Un piano che voleva da un lato avere riscontri concreti sull’appetibilità dell’immobile e la fila dei costruttori l’ha certificata: i sei piani, la metratura calpestabile e le dimensioni sono assai ghiotte - e dall’altro sulla percorribilità di un altro progetto, quello del trasferimento degli attuali inquilini in altra sede. E su questo fronte sarebbe stato individuato un altro immobile che potrebbe accogliere la vita del Popolo e le associazioni ospitata a casa Toniolo.

«La risposta è arrivata , certamente positiva», fa sapere una fonte autorevole del mondo ecclesiastico diocesano. E lo stesso settore immobiliare fa sapere di aver manifestato tutto il loro gradimento per un’eventuale operazione, che vale non meno di 5 milione, come assicura un operatore qualificato.

Ma quando abbiamo interpellato la Diocesi, la risposta è stata secca: «Non c’è nulla da scrivere».

Cos’è accaduto? I rumors in Curia dicono che il piano di dismissione immobiliare sia stato per ora congelato, per espressa volontà del vescovo. Ma non è escluso che se ne riparli più avanti.

Intanto la diocesi sa di poter avere un jolly da giuocare sul mercato immobiliare cittadino.-

Ma non è un mistero che l’intero patrimonio immobiliare della Chiesa trevigiana sia oggi oggetto di ripensamenti, Recentissime sono le operazioni legate al Pio X – con la cessione di un ’ala ad Alessandro Benetton, ex allievo del Pio X – e indirettamente, sul piano delle licenze e della autorizzazioni ministeriali, alla scuola internazionale di H-Farm, il progetto dell’ex allievo del collegio, Riccardo Donadon. Entrambe hanno portato ossigeno alla casse del Pio x e della Diocesi, stremate dai bilanci in rosso di diversi istituti e dalla perdita secca di 2 milioni di euro con le azioni di Veneto Banca.

In questi giorni, l’Istituto per il sostentamento del clero ha presentato un’istanza al comune di Treviso, legata al centro Torri che possiede in viale della Repubblica, per chiedere che nel prossimo piano degli interventi aumenti la parte residenziale del complesso a scapito di quella direzionale.

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