Pessina, primo sì al concordato: «Ripartiamo con il velodromo di Spresiano»

L’azienda è stata ammessa alla procedura, 60 giorni per presentare il piano. Il circuito di Spresiano è incluso tra le opere che saranno portate avanti

SPRESIANO. Presto per cantare vittoria - il piano sarà presentato nei dettagli entro sessanta giorni - ma la Pessina Costruzioni, società responsabile del cantiere del velodromo di Spresiano, ha ottenuto dal Tribunale di Milano l’ammissione al concordato in continuità. Significa che l’azienda potrà continuare a lavorare e avrà due mesi di tempo per presentare un piano in grado di soddisfare i creditori: bisogna trovare, però, la copertura di circa 110 milioni di euro di debiti.

Il sì del tribunale

Pessina ha chiesto il concordato in bianco lo scorso 25 luglio. Due giorni fa il Tribunale di Milano ha detto il primo sì: appalti e cantieri in corso possono proseguire, almeno finché non sarà presentato nei dettagli il piano industriale, a sua volta soggetto al giudizio di fattibilità da parte del Tribunale. Le linee guida dovranno essere redatte entro 60 giorni, che potrebbero diventare 120 se il Tribunale concederà una proroga. Pessina, inoltre, ha presentato al Tribunale una lista dei cantieri che saranno portati avanti: «Sono soltanto una parte tra quelli che l’azienda si era aggiudicata» conferma la società, «si tratta di una trentina di lavori, e tra questi c’è il velodromo di Spresiano». Il piano prevede di salvare un portafoglio lavori di circa 350 milioni di euro, e contestualmente 120 dipendenti diretti e circa 300 addetti dell’indotto. Ma come saranno coperti i 110 milioni di euro di debiti contratti dalla società? Pessina cercherà di recuperare redditività partecipando a un bando in Danimarca per la costruzione di un ospedale (valore: 256 milioni), a uno in Francia per la realizzazione di uffici (38 milioni) e a uno in Albania, a Tirana, per un nuovo ospedale pediatrico (84 milioni).

La crisi

Tecnicamente il cantiere di Spresiano potrebbe ripartire già oggi. Il problema, come denunciato da alcune società che lavorano in subappalto, è che la filiera è “strozzata” ormai da alcuni mesi. «Non abbiamo potuto continuare il cantiere perché non arrivava la materia prima» ha raccontato un imprenditore edile riferendosi alle difficoltà finanziarie di Pessina che avrebbero causato lo stop alle forniture. L’intera catena, dai fornitori ai subappaltatori, va quindi rimessa in moto, e potrebbe non essere un procedimento immediato. Senza trascurare che alcune imprese, sempre in subappalto, hanno già trasferito altrove operai e mezzi, consci delle difficoltà della Pessina. Le buone notizie arrivano dalle altre società del gruppo Pessina, estranee al comparto delle costruzioni, che godono di buona salute dal punto di vista economico e finanziario. Evidentemente anche il Tribunale ha fiducia nelle potenzialità di Pessina, visto che il via libera all’ammissione al concordato è arrivato dopo poche ore di camera di consiglio.

Il piano B

Per il cantiere del velodromo esiste anche un’alternativa a Pessina. Il piano di concordato, infatti, si configura come “concordato in continuità indiretta”. La singola opera potrebbe quindi essere portata avanti da una società terza con contratto di affitto del ramo d’azienda. Da Pessina filtra, tuttavia, l’intenzione di portare avanti direttamente il cantiere, considerato strategico sia per il consistente valore economico (27 milioni di euro) che per la visibilità, trattandosi di un’opera seguita e voluta in prima persona dalla Federazione Ciclistica Italiana come fiore all’occhiello di tutto il sistema.

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