Permasteelisa in rosso di 165 milioni Via alle chiusure di stabilimenti all’estero

Il rosso resta pesante, ma a guardare il bicchiere mezzo pieno va molto meglio di un anno fa, quando Permasteelisa chiuse il bilancio con un risultato netto negativo per 413,6 milioni di euro. Sembra funzionare, quindi, il piano di rivitalizzazione definito dalla capogruppo, con l’arrivo del nuovo amministratore delegato Klaus Lother al posto di Riccardo Mollo e un piano di chiusure di stabilimenti nel mondo, già avviato con la cessazione di una sede in Olanda.
i numeri
Premessa: l’anno fiscale di Permasteelisa, di proprietà della giapponese Lixil, va dal primo aprile al 31 marzo. I dati resi noti da Lixil in questi giorni sono relativi quindi al periodo primo aprile 2019-31 marzo 2020. Il dato aggiornato al 31 dicembre 2019 parla di 914 milioni di euro di fatturato, un Ebitda negativo per 61 milioni e un net profit, risultato netto, rosso per 98 milioni. La previsione per il bilancio 2020 (quindi al 31 marzo di quest’anno), messa nera su bianco nei documenti della capogruppo, parla di un fatturato di 1,11 miliardi di euro (seconda realtà della provincia di Treviso per dimensioni, valore sostanzialmente identico al 2019, chiuso con 1,116 miliardi); un Ebitda negativo per 89 milioni di euro (margine operativo lordo); una perdita netta di 165 milioni.
il piano
Dopo aver preso atto dei numeri dell’anno scorso Lixil ha tuttavia intrapreso un percorso di rivitalizzazione al fine di ottimizzare i processi produttivi, selezionare maggiormente gli ordini e ridurre i costi fissi. Cento milioni di euro sono stati investiti dalla capogruppo nel corso del 2019 con questi obiettivi. Il piano d’azione prevede di chiudere ancora in rosso il prossimo esercizio 2021 (primo aprile 2020-31 marzo 2021), con un net profit negativo per 31 milioni di euro, ma con un Ebitda finalmente positivo per 17 milioni. Fino a tornare a produrre utili nel 2022 (obiettivo 3 milioni in attivo e un Ebitda di 35). Nel piano rientrano, come detto, la scelta di incamerare un numero inferiore di commesse ma con marginalità più alte, e la decisione di razionalizzare il numero di stabilimenti all’estero. In questo senso va letta la chiusura di uno dei due stabilimenti Permasteelisa in Olanda, primo atto concreto nel processo di ristrutturazione. Il piano resterà focalizzato sul core business delle facciate, che hanno reso il marchio celebre nel mondo. Nessuna ripercussione per il quartier generale del gruppo a Vittorio Veneto, dove gli addetti continuano a lavorare a tempo pieno sui progetti che stanno arrivando, e la cui centralità non è mai stata messa in discussione. Sullo sfondo del piano rimane sempre la questione della vendita, dopo che è saltata la cessione al colosso cinese Grandland: sul possibile passaggio di mano dell’azienda si continuano a registrare solo voci, ma che Permasteelisa sia sul mercato non è mai stato un mistero.
operazione social
Al di là dei numeri del bilancio e del piano industriale, nelle ultime settimane Permasteelisa ha avviato anche una curiosa “operazione social” sul proprio profilo LinkedIn, dove ogni settimana ricorda, con l’hashtag #FlashbackFriday, le opere più celebri completate nel corso della sua storia. Il colosso vittoriese delle costruzioni ha così ricordato, con una serie di post, di aver lavorato, tra le altre cose, sul Museo Guggenheim a Bilbao, sui grattacieli di Manhattan e sulla scultura urbana di Frank O. Gehry, diventata uno dei simboli della Barcellona post-olimpica, ai piedi dell’Hotel Arts alla Marina Olimpica. « Ogni venerdì esamineremo uno dei progetti più iconici che abbiamo fatto durante la nostra storia» ha scritto l’azienda, «progetti che hanno messo in discussione le nostre capacità e ci hanno spinti oltre i nostri limiti; in breve, hanno contribuito a definire la nostra leadership globale». —
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