Per i dirigenti la disoccupazione è all'11%

Allarme Federmanager. Inps a caccia dei «furbetti» declassati a quadri
Angelo de Simoi, presidente provinciale di Federmanager
Angelo de Simoi, presidente provinciale di Federmanager
 Il tasso di disoccupazione dei dirigenti è dell'11%. Il doppio rispetto a impiegati e operai. «Sono cento i manager licenziati dalle imprese trevigiane negli ultimi due anni e che vivono una situazione di forte disagio visto che per loro, a differenza del resto del mondo del lavoro dipendente, non sono previsti ammortizzatori - spiega il presidente di Federmanager Angelo de Simoi - il numero è ovviamente ridotto rispetto alla mole di licenziati ma il tasso è davvero alto. Stiamo ricevendo segnalazioni di casi che destano molta preoccupazione. Per tagliare i costi gli imprenditori stanno lasciando a casa un numero crescente di dirigenti, che oltretutto non trovano più lavoro. In passato c'era una certa mobilità nelle posizioni, oggi invece si è fermato tutto. E chi guadagnava magari tremila euro al mese si è trovato all'improvviso a stipendio zero».  Per ammorbidire la fuoriuscita dal mondo del lavoro, non sono mancati i casi di declassamento dei dirigenti a quadri, livello inferiore con meno salario ma più garanzie. «In alcuni casi limite questo tipo di passaggio è stato proposto dallo stesso imprenditore nonostante il licenziamento sarebbe comunque avvenuto - racconta De Simoi - una sorta di escamotage che permetteva però la concessione della cassa integrazione e della mobilità. Movimenti che hanno fatto scattare la mosca al naso all'Inps, che compresa la situazione ha bloccato alcune posizioni considerate irregolari». A lasciare a piedi i dirigenti ci hanno pensato anche i tanti fallimenti e le chiusure di imprese. «Casi come Diadora o Pivato sono eclatanti. E' arduo riciclarsi come dirigente di una impresa di costruzioni al giorno d'oggi». (e.l.t.)

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