Patto violato, fumata nera dalla Corte

VITTORIO VENETO. La città in attesa, oggi, di due fumate bianche. La prima, da Roma, per la sentenza della Corte dei Conti sullo sforamento del patto di stabilità da parte della giunta Scottà nel 2008. La seconda, questa sera, con la candidatura, da parte del Pd, del futuro presidente del consiglio comunale, che sarà, con ogni probabilità, Silvano Tocchet. L'ex sindaco Toni Da Re, il segretario comunale Lorenzo Traina, e gli avvocati Massimo Malvestio e Pietro Calzavara hanno atteso, fino al tardo pomeriggio di ieri, la pronuncia della Corte dei Conti sul ricorso presentato dagli ex amministratori, contro le sanzioni, comminate dalla Procura della Corte di Venezia, contro l'ex sindaco Giancarlo Scottà e la giunta del tempo, per aver dribblato i vincoli del patto per 1,5 milioni di euro, quanti erano necessari per costruire la nuova scuola di San Giacomo. Nove i giudici che ieri si sono presentati in aula ad ascoltare la posizione dei colleghi veneziani e le controdeduzioni dei ricorrenti vittoriesi. «La posizione della Corte di Venezia e la sintesi che ne è stata fatta a Roma si fondano molto sul rispetto delle procedure» - puntualizza Calzavara. «Noi, invece, insistiamo sulla sostanza dell'atto: riteniamo infatti che non vi sia stato sforamento perché i soldi erano nella disponibilità della partecipata (Vittorio Veneto Servizi) e quindi del Comune, e che c'era l'urgenza di provvedere una scuola ad oltre cento famiglie». Secondo l'avvocato Calzavara non vi è stata nessuna perdita, né per il Comune né per la società partecipata. Ma in città non manca la preoccupazione perché se verrà confermata la deliberazione della Corte di Venezia, Vittorio Veneto dovrà restituire il 5% dei trasferimenti ricevuti dallo Stato e rifare ben tre bilanci finanziari. (f.d.m.)
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