Partorirai con dolore «A Ca’ Foncello epidurale fantasma»

Gli anestesisti: «Prestazione erogata saltuariamente Siamo ben al di sotto della soglia prevista del 30 per cento»
Di Valentina Calzavara

Partorire senza dolore grazie all'anestesia epidurale. Sulla carta poter usufruire di un analgesico via catetere per alleviare la sofferenza del travaglio è un diritto per tutte le donne che lo richiedono, ma nella realtà la procedura resta spesso un'utopia. Problema che non risparmia l'Usl 9. «La verità è che a Oderzo la si fa e al Ca' Foncello no. Il fatto che venga effettuata nell'ospedale più piccolo e non in quello maggiore (se non per motivi medici) consente all'azienda sanitaria di dire che, comunque, l'epidurale viene garantita, ma si tratta di un alibi pretestuoso. A Treviso, come in molte altre province del Veneto, siamo distanti anni luce dall'avere l'epidurale come un “livello essenziale di assistenza” (lea) e quindi un diritto garantito, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche di notte e nei festivi, a tutte le donne che lo richiedono per loro volontà e non per motivi strettamente clinici».

La denuncia arriva da Attilio Terrevoli, presidente regionale dell'Aaroi-Emac, l'associazione degli anestesisti e rianimatori che da tempo monitora e sollecita l'applicazione della pratica.

La fotografia scattata lascia spazio a pochi dubbi. «Lo standard della partoanalgesia è l'epidurale e al momento non c'è», continua Terrevoli, «l'attività a Treviso, come in altri ospedali, ha numeri irrilevanti, siamo ben lontani da una copertura ottimale attorno al 30 per cento». Considerazioni che trovano conferma tra le dirette interessate, alcune mamme trevigiane. Interpellate sulla questione hanno risposto in modo compatto. «La fanno di sicuro a Oderzo, a Treviso no» conferma Elena. «La fanno in casi particolari ma ovviamente non di routine», aggiunge Valeria. «Io ho partorito entrambe le mie figlie a Treviso e mi sono trovata benissimo. Non fanno l'epidurale, ma sono molto competenti e hanno un ottimo reparto di Patologia Neonatale per cui le mie figlie prima di tutto», commenta Cecilia. «Niente epidurale al Ca' Foncello ma è l'unico ospedale con la Patologia Neonatale e siccome la vita non sai mai cosa riserva, meglio sapere che c'è tutto a portata di mano» aggiunge Michela.

Molte partorienti si sono trovate nella condizione di scegliere tra un ospedale dove si può partorire con epidurale (Oderzo) e uno (Treviso) dove non c'è sempre questa opportunità ma si può contare su un reparto altamente specializzato nel caso il nascituro dovesse avere problemi. Differenze che è la stessa Usl 9 ad ammettere nelle proprie carte dei servizi alla voce: “Travaglio di Parto”.

La struttura opitergina conferma che «può essere praticata l'analgesia epidurale che viene garantita 24 ore su 24 ed è gratuita». Non c'è menzione di epidurale nella guida ai servizi del Ca' Foncello. L'unico riferimento alla proceduta lo si trova nella fumosa descrizione del sito, sotto la voce “Tour virtuale”. «L'analgesia epidurale», recita il testo, «è una tecnica che può essere eseguita solo da un medico anestesista, previa sua disponibilità e condizioni cliniche ed organizzative permittenti».

Situazione che Patrizia Benini, direttore della Funzione Ospedaliera dell'Usl 9 commenta così: «Oggi noi garantiamo su indicazione medica l'epidurale. Nel caso in cui sia la paziente a richiederla c'è la valutazione del medico, non tutte le donne possono sottoporsi. La situazione è la seguente: a Oderzo, su 1.198 parti nel 2014, il 20% delle donne l'ha richiesta. A Treviso (2.264 parti l'anno scorso) ci attestiamo sotto il 10 come percentuale di garanzia . Non siamo in grado di garantirla sempre perché non è sempre presente un anestesista dedicato».

Al momento si cerca di ovviare alle carenze con una tecnica alternativa, il Kalinox, un gas medicale somministrato per maschera da medico di Guardia e ostetrica. Ma quando si potrà avere l'epidurale garantita anche al Ca' Focello? «Spererei entro il 2015» risponde Benini «stiamo costruendo un percorso, in modo da prevedere la possibilità di dare la prestazione a tutte coloro che la chiedono».

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