Parte da Conegliano l'offensiva contro la Mattel

Giocattoli pericolosi, prime richieste di risarcimento
CONEGLIANO. Caso Mattel: dopo il ritiro dal mercato di giocattoli con livelli non consentiti di piombo e calamite che potrebbero staccarsi dai prodotti, parte da Conegliano la richiesta d’indennizzo. A proporlo, mentre arrivano segnalazioni della presenza di giocattoli da ritirare negli scaffali dei negozi della provincia, l’avvocato Nicola Todeschini, del Comitato trevigiano dell’Unione Nazionale Consumatori. E’ stato proprio l’avvocato Nicola Todeschini (nella foto) a inviare ieri la richiesta formale con proposte d’indennizzo sia alla sede svizzera della Mattel che a quella italiana. Parte così il contrattacco dopo il ritiro dal mercato di 18 milioni di giocattoli prodotti prima del 31 gennaio 2007. «Dopo la notizia che ha allarmato migliaia di famiglie, anche in Italia, Mattel ha introdotto nel proprio sito una pagina di avvertimenti, nei quali tra l’altro si suggerisce nel caso di sintomi particolari o di un qualsiasi dubbio, di contattare un pediatra o un medico specializzato - dice l’avvocato Todeschini -. Pur apprezzando l’iniziativa volta a garantire maggiore sicurezza per il futuro, non siamo certo soddisfatti di non aver appreso di alcuna iniziativa volta volta a rimediare al danno già commesso». La richiesta formale, alla quale l’associazione e tutti i consumatori attendono risposta è già inserita nel sito www.consumatori.net che, dal 10 luglio scorso ha una media giornaliera di oltre 500 visite. «Viene richiesta formalmente la costituzione di un fondo vincolato per garantire erogazioni di somme, a risarcimento del danno, contestualmente alla formulazione tempestiva di una proposta generalizzata e forfetaria d’indennizzo, da erogare a vantaggio di tutti coloro che provvederanno alla restituzione dei prodotti da Voi indicati, che comprenda - si legge nella raccomandata - sia il rimborso integrale dell’importo versato per l’acquisto, che una somma forfetaria utile a mettere in condizione le famiglie di far fronte alle spese relative ad accertamenti sulla salute dei bambini, nonché, infine, una somma capace di rimediare al danno non patrimoniale, sia morale che esistenziale connesso all’allarme creato per la salute e alle attività, che alterano l’agenda quotidiana, necessarie ad apprestare le verifiche da Voi stessi suggerite. Vi invito infine, a voler attivare ogni procedura utile a rendere indisponibili alla vendita i prodotti pericolosi già distribuiti e che, a quanto risulta da una serie di segnalazioni giuntemi alla provincia di Treviso, risulterebbero invece ancora disponibili negli scaffali di diversi negozi». E mentre vi è l’invito a segnalare all’indirizzo mail consumatori€consumatori.net l’eventuale disponibilità nei punti vendita dei giochi descritti affinché sia possibile segnalare all’autorità la loro presenza nel circuito commerciale», l’Unione consumatori consiglia a tutti «di restituire il giocattolo, ma dopo avergli fatto una foto e avere, al momento della restituzione, una ricevuta che ne dimostri la riconsegna».

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso